Movimento femminista in Italia: dagli anni ‘60 a oggi

Una breve disamina sul femminismo in talis nella seconda metà del ‘900, dagli anni ’60 in poi, per riscoprirne alcuni tratti salienti.

Il movimento femminista in Italia, dagli anni ‘60 a oggi ne ha fatta parecchia di strada. Da quando si parlava di emancipazione ed eguaglianza, per poi chiedere liberalizzazione e indipendenza, le donne si sono organizzate e confrontate, hanno manifestato e formulato proposte, hanno ottenuto leggi e nuovi diritti, hanno scritto e alzato la voce. Insomma, il femminismo ha conquistato molti traguardi importanti, anche in Italia, si è evoluto e trasformato fino a garantire alla donna il ruolo che ha oggi. E, in realtà, continua a evolversi e le donne continuano a rivendicare diritti e spazi, opportunità e mezzi, ancora oggi.

Dall’emancipazione all’indipendenza

femministe italiane

Tra gli anni ‘50 e gli anni ’60 le richieste dei movimenti femministi in Italia avevano come protagoniste l’emancipazione e l’eguaglianza, cioè la richiesta di avere pari diritti e doveri rispetto agli uomini e la volontà di conquistarsi spazi nella vita nazionale, economica, personale e sociale, uguali ai “colleghi” dell’altro sesso. Il diritto al voto per le donne è arrivato nel 1946 e la parità salariale è stato un traguardo del 1957, giusto per fare due esempi indicativi.

Tra gli anni ’60 e i gli anni ’70, invece, il femminismo in Italia si fa portatore di nuove esigenze. Nuove richieste ed esigenze che prendono il nome di liberalizzazione e indipendenza. Liberalizzazione del ruolo della donna e indipendenza della stessa, corredata dalla capacità di autodeterminarsi e gestirsi, con o senza un uomo, alle spalle o al proprio fianco.

Donna è bello

femministe e aborto

Seguendo il motto di “Donna è bello, donna non si nasce, si diventa” negli anni ’70 nascono, anche in Italia, complice il fermento sociale e culturale del periodo, numerosi gruppi femministi e collettivi femministi in cui le donne dialogano, si confrontano, si riuniscono e si organizzano.

Si criticano i modelli patriarcali legati al maschilismo. Si mettono in discussione gli ordini precostituiti, imperniati sulle figure maschili di riferimento. Si pongono al centro del dialogo e dibattito le istituzioni e i valori imperanti nella società di tipo patriarcale. Come si legge nel “Manifesto di rivolta femminile” del 1970: “Il femminismo è stato il primo movimento politico di critica storica alla famiglia e alla società”.

Numerosi i movimenti e le associazioni, come la “Lotta femminista”, il “Movimento della liberazione della donna” o il “Fronte Italiano per la liberazione della donna” solo per fare qualche nome. Numerose le rivendicazioni, gli interessi, gli ambiti di discussione e di intervento.

Tra i cavalli di battaglia del femminismo degli anni ’70 c’era sicuramente la liberalizzazione sessuale, attraverso la liberalizzazione della contraccezione e dell’aborto. Per questo Il “MLD” ha organizzato riunioni e manifestazioni. La legge sull’aborto è datata 1978.

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