Topless, il movimento free the nipples riportato alla ribalta da Chiara Ferragni (e non solo)

Abbiamo ancora bisogno di una luce in fondo al tunnel dei pregiudizi sul corpo femminile, Chiara Ferragni docet: la fashion blogger rilancia il free the nipples, combattendo una battaglia iniziata secoli fa...

Topless, il movimento free the nipples riportato alla ribalta da Chiara Ferragni (e non solo)

Foto Instagram | @chiaraferragni

Topless che passione! Chiara Ferragni (e non solo) riporta alla ribalta il movimento free the nipples (letteralmente “capezzoli liberi”) e fa impazzire il mondo! Ma c’è di più: ancora oggi, nel 2022, ne abbiamo bisogno perché il corpo femminile è sottoposto a una censura dura a morire nonostante tutte le battaglie finora combattute e vinte. Avete mai visto un uomo con le ciliegine a coprire i capezzoli per evitare la scure di Instagram?

L’inno alla libertà di Chiara Ferragni è per tutte le donne: torna il Free the nipples

Chiara Ferragni lancia un messaggio alle donne contro ogni censura e riporta alla ribalta il movimento free the nipples! Basta uno scatto al mare senza veli e si riapre il fronte di battaglia contro i tabù imposti da una società ancora indietro anni luce sul tema del corpo e della sua libertà, in ogni forma. Perché la lotta ai pregiudizi, si sa, non può proprio andare in vacanza.

Chiara Ferragni
Foto Instagram | @chiaraferragni

Un inno alla consapevolezza femminile a cui si è unita anche la super modella Emily Ratajkowski, splendida in topless dalla magica cornice francese della Paris Fashion Week!

Cos’è il movimento free the nipples (e perché ce n’è ancora bisogno)

Free the nipples è il movimento consacrato sui red carpet di mezzo mondo, nel 2012, contro la censura del capezzolo femminile e della sua esposizione.

Star come Rihanna e Chiara Ferragni ne hanno fatto la loro bandiera per abbattere ogni resistenza psicologica e sociale alla vista dei capezzoli della donna, ma si tratta di una battaglia che affonda le radici in un passato ancora più lontano e di cui ancora oggi abbiamo bisogno. Anche solo per indossare un vestito che ci piace ma che no, secondo le pessime “regole del pregiudizio”, non nasconde abbastanza.

Pare che già nel XVIII secolo una donna di nome Émilie du Châtelet – studiosa tra le più famose dell’epoca e compagna di Voltaire – facesse bella mostra dei capezzoli, protagonisti assoluti sotto abiti dalle scollature volutamente generose (e che addirittura ne esaltasse la colorazione per renderli più visibili). Una femminista ante litteram che ci piace assai…

Parole di Giovanna Tedde