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Anni ’90 e logomania: tutti pazzi per i brand di lusso

Qualsiasi tendenza nel mondo della moda di quest’anno sembra giungere direttamente dagli anni ’90. Dopo gli ultimi anni passati a omaggiare i cari vecchi ’70 e ’80, non si può negare che adesso sia giunto il momento dei ’90 e dei ’00 (lo avete visto il look di Lily-Rose Depp in occasione della sfilata primavera-estate 2021 di Chanel?).

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Foto Getty Images | Julien M. Hekimian

Gli omaggi e le rivisitazioni dei cari Nineties piacciono sia alle celebrities che ai “comuni mortali” e nessuno è in grado di rinunciare a calzature dalle punte quadrate, look in pelle, outfit in total denim, accessori intrecciati e capi unisex dalle linee minimal e dal tocco urban. Per non parlare poi di colori come il lilla, il rosa e il verde acido: ogni cosa è frutto della passione sfegatata che proviamo verso la generazione di chi ormai è arrivato ai trent’anni.

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Foto Getty Images | Claudio Lavenia

La moda e i giovani: la logomania è soprattutto la loro

Foto Getty Images | Pascal Le Segretain

Tra i trend che attingono direttamente dal bacino di quegli anni ve ne è uno, in particolare, che negli ultimi tempi è tornato alla ribalta e sembra essere la cartina tornasole della situazione economico-sociale dei tempi che corrono: la logomania. Il ricorso, cioè, a capi d’abbigliamento e accessori tappezzati del logo del brand di provenienza, attraverso le cosiddette stampe monogram (che da sempre fanno parte della tradizione di brand come Fendi, Louis Vuitton, Dior, Chanel) e attraverso le rivisitazioni in chiave più ironica e moderna di Gucci, Valentino, Versace (che torna al logo dal gusto anni ’80), Balenciaga, Fila, Nike e chi più ne ha più ne metta. Se verso gli anni ’10 del nuovo millennio la logomania era via via andata scomparendo, a partire dal 2018-2019 i grandi brand hanno iniziato a rivolgersi ai millennials e ai giovani della generazione Z, a cui il marchio ben in vista è cominciato a piacere sempre di più.

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Foto Getty Images | Kristy Sparow

Il logo va, il logo viene. La logomania tornerà mai in letargo?

Foto Getty Images | Christian Vierig

Se fino a qualche anno fa il ricorso al logo era sinonimo di ostentazione, dell’esagerazione di chi riteneva necessario autodeterminarsi gridando al mondo di essere tra i pochi privilegiati a potersi permettere quel marchio rinunciando a una più elegante discrezione, adesso non è più così.

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Foto Getty Images | Amy Sussman

La fluidità della moda odierna ci ha insegnato che niente è troppo, che (quasi) tutto è concesso, che non servono etichette (moda maschile e femminile sono sempre più mescolate, per esempio), se non quelle, forse, del marchio che abbiamo scelto di indossare. Anche tra i guru della moda la fobia del logo non esiste più già da un po’ (e Anna Dello Russo in completo total Gucci monogram ce lo conferma), tanto che già in molti hanno cominciato a chiedersi se e quando la logomania tornerà in letargo e se ricoprirsi di loghi come ama fare Billie Eilish (per dirne una) sarà di nuovo tabù.

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Una risposta univoca non c’è: per alcuni del logo non ci libereremo più, per altri, come è sempre successo, questa moda passerà, per poi forse tornare a far parlare di sé quando un nuovo direttore creativo deciderà di rilanciare il monogram come ha fatto Alessandro Michele da Gucci.

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Martina Di Paolantonio

Laureata in Moda e Costume e da sempre appassionata di cinema, arte contemporanea e scrittura. Amo scovare i dettagli particolari delle cose e raccontarli nel modo più glamour possibile.

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Martina Di Paolantonio