Quali saranno le professioni più ricercate dalle aziende in futuro

I settori dove più si cercheranno figure tecniche e specialistiche saranno informatica, marketing e risorse umane

Quali saranno le professioni più ricercate dalle aziende in futuro

Foto Pexels | Fauxels

Il mondo del lavoro è stato sicuramente influenzato dalla pandemia: molte persone lo hanno perso o comunque sono state pesantemente ridimensionate, tra cassa integrazione, chiusure e contratti a tempo molto determinato. In tanti si sono messi alla ricerca di una nuova occupazione in questo momento: il mercato è orientato verso professioni sempre più specifiche ma che al contempo esprimano tutte le sfaccettature della personalità del lavoratore.

La chiave dell’impiego oggi è il continuo aggiornamento: nessuno può fossilizzarsi su quanto appreso in passato, ma deve continuare a approfondire e studiare la contemporaneità. 

Secondo Alteredu, che si occupa di corsi di formazione e certificazioni online, analizzando i dati in merito alle previsioni occupazionali relativi al  2019-2023 elaborati da Unioncamere e ANPAL, ne ha dedotto che entro l’anno prossimo ci sarà una richiesta di 2.5 milioni di nuove nuovi occupati, dei quali il 70% dovrà essere iper formato per ricoprire ruoli specialistici e tecnici. 

Digitalizzazione ed ecosostenibilità saranno gli ambiti che staranno più a cuore alle aziende, perciò la ricerca sarà orientata in tal senso.

Quali sono le professioni del futuro

Adecco, una delle realtà più conosciute nell’ambito delle risorse umane, incrociando i dati dei tanti datori di lavoro che si appoggiano alla sua rete, ha stilato un elenco di professioni che saranno sempre più ricercate.

Le competenze digitali e informatiche saranno le più richieste, così come la crescente capacità di studiare piani marketing efficaci, invogliando il consumatore ad acquistare dopo un’esperienza d’acquisto piacevole.

Una delle figure più richiesta sarà il Growth Hacker, ovvero un esperto capace di implementare al meglio la presenza sul web di un’azienda. Che siano contenuti, promozioni, attività social, campagne pubblicitarie o posizionamento sui motori di ricerca, questa persona che ricopre un ruolo ibrido tra ingegnere gestionale, social media manager e informatico dovrà aumentare il volume dell’azienda.

Anche il Cloud architect sarà vitale molte realtà: si tratta di un “architetto” che sappia creare e costruire dei cloud personalizzati in base alle necessità di ciascuna azienda. Questo professionista deve quindi avere la totale consapevolezza e conoscenza del linguaggio informatico ma anche saper analizzare il comportamento degli utenti per ottimizzare la piattaforma. Il fine è velocizzare il lavoro, renderla più facile e intuitiva, e permettere di guadagnare in termini di tempo e produttività.

Quello che una volta si chiamava Crisis manager ora si chiama il Resilience manager: si tratta di colui che predispone l’azienda alla capacità di affrontare i momenti di difficoltà, mettendo in comunicazione tutti i comparti e creando un gruppo unito e solido.

Sempre per migliorare la produttività è la capacità di gestire qualsiasi situazione, molto richiesti saranno i Chief Happiness Officer, figure che studiano i piani per rendere i lavoratori più soddisfatti e di conseguenza più produttivi. Un ambiente positivo dove le proprie capacità vengono sfruttate ed esaltate è la chiave per avere un lavoratore felice.

Altre professioni che saranno cercate saranno il Data scientist, colui che deve analizzare una grandissima mole di dati spesso sparsi per comprendere l’andamento dell’azienda e i suoi risultati, l’Energy menager,  che indirizza l’azienda sul risparmio energetico sia nella sua sede che nella fase produttiva, il Plant manager, colui che riorganizza e ristruttura gli impianti di produzione, lo Scrum master, ovvero una figura non di comando ma di supporto che fa da collante tra il team e rende gli ingranaggi della macchina aziendale più fluidi, e l’Ux designer, che si occupa di perfezionare siti, applicazioni o software venendo incontro al feedback e al comportamento dell’utente.

Parole di Carlotta Tosoni