Piedi piatti: cause sintomi e come si corregge

Piedi piatti: cause sintomi e come si corregge

Foto Shutterstock | Photoroyalty

Quando si parla di piede piatto solitamente si pensa ad una patologia, ad una sorta di malformazione ossea a livello delle ossa del tarso. In realtà, come ci spiega in questa breve intervista il dottor Domenico Topa, specialista in ortopedia e traumatologia a Roma della piattaforma iDoctors, altro non è che una conformazione fisiologica, “un po’ come il naso: ognuno nasce con la propria forma e le proprie caratteristiche”.

Vediamo insieme in cosa consiste questa conformazione e quando diventa necessario intervenire per correggerla.

Cosa si intende per piede piatto

Quello che succede nel piede piatto è un’alterazione anatomica, cioè un appiattimento della volta plantare spesso associata ad una alterazione anche del retropiede, quindi con una deviazione in valgismo e pronazione del calcagno.

Parlare di piede piatto non vuol dire però per forza parlare di un quadro patologico: nasciamo tutti infatti con un’alterazione del genere, con un piattismo fisiologico. Solitamente poi nel corso dei primi mesi e dei primi anni di vita si assiste ad una progressiva alterazione: passando dalla posizione del gattonamento a quella eretta si modifica quella che è l’anatomia del piede. Camminando, progressivamente il piede si adatta alle nostre esigenze, tendendo a correggere questa sorta di deformità iniziale intorno ai 6-7 anni.

L’alterazione della normale struttura del piede può inoltre essere diametralmente opposta a quella del piede piatto. Si parla in questo caso di piede cavo, che si verifica quando nel piede non vi è un appiattimento, bensì un’accentuazione della volta plantare, che si associa ad un’alterazione opposta a carico del calcagno, quindi non c’è pronazione ma valgismo del calcagno.

Quali sono le cause

Non esiste una vera e propria causa per il piattismo fisiologico. Si sente spesso dire che vi è una correlazione tra l’obesità e il piede piatto ma in realtà non è così, anzi addirittura i alcuni bambini obesi hanno più che altro un piede cavo. Non tutte le alterazioni quindi sono da mettere in relazione. Ogni essere umano ha la sua anatomia, le sue caratteristiche, quindi il piede piatto (asintomatico) è semplicemente una caratteristica di ognuno di noi. È un po’ come il naso: ognuno nasce con la propria forma e le proprie caratteristiche. Ovviamente però il ruolo del piede è diverso perché la sua funzione è quella di mantenere la posizione eretta e consentirci di camminare, quindi ovviamente la conformazione diventa più importante ed eventualmente, se compromette le sue funzioni, va corretta.

Quando il piede piatto diventa patologico

Generalmente, fino all’adolescenza, il piede piatto è una situazione fisiologica. Parliamo invece di patologia quando questa conformazione:

  • si associa a delle condizioni di natura congenita, come ad esempio una fusione (detta sinostosi, fusione di alcune ossa del retropiede);
  • è di natura acquisita, cioè si verifica in seguito a traumi o a patologie reumatiche o neuromuscolari.

Quali sono i sintomi

Il quadro del piede piatto solitamente viene scoperto dai genitori nei primi mesi o anni di vita del bambino, che notano questo atteggiamento del piede del figlio e lo portano ad un controllo dall’ortopedico. Nella maggior parte dei casi è però una condizione totalmente asintomatica, è più un allarmismo dei genitori piuttosto che un vero e proprio sintomo. Se infatti dovesse essere sintomatico già in età infantile sarebbe sicuramente una situazione patologica, perché sarebbe associata a delle caratteristiche della struttura ossea differenti e necessariamente da correggere.

Nella maggior parte dei casi però la sintomatologia è inesistente. Al massimo si può avvertire un sovraccarico che interessa le strutture tendinee, perché essendoci un appiattimento della volta si modica di conseguenza l’appoggio e questo crea tensione su alcune strutture tendinee, come ad esempio il tendine tibiale posteriore e il tendine d’Achille. In quel caso, soprattutto durante un sovraccarico funzionale, quindi durante la deambulazione o durante l’attività sportiva, quello che succede è che si possono verificare delle forme di patologie infiammatorie che vanno a provocare dolore soprattutto in corrispondenza dei tendini sopracitati.

Nell’adulto invece la situazione cambia: se il bambino è asintomatico anche nelle forme patologiche, nell’adulto il prolungarsi di questa alterazione nell’appoggio può provocare delle sintomatologie dolorose legate al carico funzionale e in alcuni casi associate ad altre anomalie del piede, come ad esempio l’alluce valgo e le dita a martello, alterazioni a livello anatomico che possono creare anche degli squilibri a livello delle altre articolazioni come quelle del ginocchio o della schiena.

Come si diagnostica e come si corregge

Per fare la diagnosi, che è prettamente clinica, si osserva il piede sia in condizioni statiche che dinamiche, aiutandosi anche col podoscopio, uno strumento utile a studiare l’appoggio, e valutare poi dinamicamente come questo si modifica durante il passo. Esistono inoltre dei test che vanno a valutare l’impronta della volta plantare durante l’appoggio, che nel piede piatto è assente, e si esegue facendo ad esempio mettere il paziente sulla punta dei piedi o passivamente estendendo l’alluce (in questi ci si accorge se si tratta di piede piatto flessibile o rigido, valutando quindi se è una forma legata o meno ad anomalie ossee congenite che dicevamo prima). Oltre alla visita e ai test, nei casi sintomatici, legati quindi a dolore e alterazioni funzionali, soprattutto negli adulti, è indicato inoltre fare degli esami radiografici ed eventualmente anche una tac, perché in quei casi spesso è necessario andare oltre il trattamento conservativo e valutare un trattamento chirurgico.

Nei bambini più piccoli si attua di solito un trattamento conservativo, che è di natura funzionale e consiste in esercizi sulle strutture interessate, ossee e muscolari. Anche le calzature ortopediche sono importanti in questa fase, perché aiutano a sostenere una situazione alterata andando a scaricare quelle strutture che possono andare incontro a sintomatologie (ad esempio quelle tendinee) consentendo una sorta di rilassamento e sostegno e prevenendo sintomatologie da carico funzionale.

Si passa invece un trattamento più cruento, quindi ad un intervento chirurgico, nei bambini dopo gli 8-9 anni, quando si può in qualche modo andare a bloccare l’evoluzione di questo piede che diventa patologico. Nei bambini è comunque una chirurgia abbastanza lieve: si utilizzano infatti delle tecniche di intervento atte a bloccare l’appiattimento progressivo della volta plantare. L’intervento è semplice: sfrutta delle viti che vengono inserite all’interno del tarso per evitare lo scivolamento del calcagno.

Infine negli adulti, o comunque nelle forme più gravi, la chirurgia diventa più importante: si vanno ad eseguire infatti degli interventi di osteotomia del calcagno o degli interventi di transfer tendinei, o ancora degli interventi che vanno a sovvertire completamente l’anatomia come ad esempio le artrodesi, interventi quindi più distruttivi che alterano, modificano e ricostruiscono le strutture ossee. Nei casi più gravi si arriva inoltre all’utilizzo di vere e proprie protesi, soprattutto quando si ha un interessamento delle articolazioni a monte, come ad esempio quelle della caviglia.

Come si previene

La prevenzione è tutto quello che consente di andare a lavorare sulle strutture muscolari, in quanto il muscolo è il motore di tutte le articolazioni, quindi lavorare sul rinforzo e sul rilassamento (ad esempio con dello stretching), e anche sull’equilibrio, quindi con della ginnastica posturale. Sottolineo comunque come questa conformazione del piede, quando non è patologica, non solo sia totalmente ininfluente, ma anzi è una caratteristica che in alcune occasioni può anche essere anche utile, come ad esempio nei nuotatori, in quanto il piede piatto si comporta proprio come una pinna, o nei grandi camminatori e nei militari, che utilizzando calzature che costringono il piede potrebbero causare delle fratture da stress: la forma piatta aiuta quindi a prevenirle.

Parole di Redazione