Piede cavo: sintomi, esercizi e conseguenze

Il piede cavo, una deformità delle estremità inferiori davvero evidente e fastidiosa.

Piede cavo: sintomi, esercizi e conseguenze

Il piede cavo, un disturbo dalle caratteristiche e dai sintomi difficilmente ignorabili. Una deformità congenita o acquisita che colpisce i piedi e che può manifestarsi in vari momenti e “stagioni” della vita, dall’infanzia fino all’età adulta. Ecco di cosa si tratta esattamente, quali sono gli esercizi utili, se si affronta il problema negli stadi iniziali, le soluzioni più adatte e le possibili conseguenze.

Caratteristiche e sintomi

Diverso dal piede piatto, da quello varo o valgo, il piede cavo è una deformità delle estremità degli arti inferiori caratterizzata da accentuazione in altezza della volta plantare. Il tutto accompagnato da alcuni sintomi tipici, come la prominenza dorsale, il varismo del retropiede e l’atteggiamento a griffe delle dita dei piedi (le dita dei piedi appaiono flesse e deformi).

In base alla collocazione della deformazione si può distinguere il piede cavo anteriore, che interessa l’avampiede, il piede cavo posteriore, misto e antero-interno.

Le conseguenze possibili

La deformazione del piede comporta una serie di conseguenze e limitazioni da non sottovalutare. Infatti, l’accentuazione della volta plantare implica la riduzione della superficie di appoggio del piede e, per questo motivo, la compromissione funzionale dello stesso.

Difficoltà di deambulazione, dolori e fastidi, ma non solo. Tra i disturbi correlati, annoverabili tra le conseguenze spiacevoli del piede cavo, ci sono la fascite plantare, la tallonite, la tendinite e l’artrosi.

Gli esercizi e i rimedi utili

Quando si tratta di piede cavo, le soluzioni possibili variano in base allo stadio raggiunto dalla deformità. Se nelle fasi iniziali di sviluppo del disturbo possono essere utili i plantari, studiati su misura, e gli esercizi di fisioterapia, comprese le manipolazioni ad hoc da eseguire quotidianamente, quando la deformazione è già evidente l’unica opzione possibile è la correzione chirurgica, che prevede un’operazione vera e propria.

La fisioterapia e le manipolazioni quotidiane sono un toccasana quando la deformazione è ancora recuperabile. Oltre alle mani dell’esperto fisioterapista, inoltre, possono essere utili anche semplici esercizi da fare da soli. Camminare su un piano inclinato, in avanti e all’indietro, per esempio, o anche spingere con forza l’avampiede sullo spigolo di un gradino, ripetutamente, facendo leva sulla parte anteriore del piede.

Parole di Camilla Buffoli