Pensioni 2022 più alte: il perché dell'aumento da marzo

Da marzo 2022 i pensionati ricevono un aumento. Qual è il motivo? Ecco le novità in tema di pensioni, tra riforma Irpef e inflazione.

Pensioni 2022 più alte: il perché dell’aumento da marzo

Foto Shutterstock | Watchara Ritjan

Aumento delle pensioni 2022 da marzo: gli importi si adeguano alla riforma Irpef con formula retroattiva, a partire quindi da gennaio. Ma come cambiano le somme erogate dall’Inps? Scopriamo le novità nel dettaglio.

Pensioni 2022 in aumento: perché sono più alte

Nella pensione di marzo gli italiani troveranno l’aumento dovuto alla nuova tassazione Irpef, secondo il meccanismo della “perequazione automatica” e novità come l’introduzione dell’assegno unico.

Gli effetti della riforma si traducono in una modifica degli importi delle pensioni con modalità retroattiva (dal 1° gennaio 2022), e la percentuale di variazione, dovuta a diminuzione delle tasse e recupero della inflazione, è fissata all’1,7%. Ciò fa sì che gli assegni previdenziali siano più alti.

Nella pratica, quindi, Inps conguaglia 3 mesi di taglio Irpef e applica una rivalutazione degli importi all’1,7% a causa del caro-prezzi. Da precisare che, altra novità, i pensionati con figli under 21 o disabili troveranno un cedolino senza detrazioni e assegni famigliari, perché assorbiti dall’assegno unico universale.

L’inflazione in aumento nel 2021 produce un aumento intorno ai 300 euro all’anno per una pensione da 1500 euro mensili, cioè un incrementi di 25 euro ogni mese a partire da gennaio 2022.

Dallo stesso mese è previsto il ritorno alla perequazione rispetto ai dati Istat con il metodo a scaglioni:

  •  è pari al 100 % (con recupero dell’1,7% di inflazione) per le pensioni più basse, fino a 4 volte il minimo (fino a 2062 euro lordi)
  • al 90% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (fino a 2577,90 euro)
  • al 75% oltre questa soglia (assegni lordi oltre 2.577,90 euro)

La rivalutazione dell’1,7% a seguito dell’aumento dei prezzi spinge gli assegni a un adeguamento al carovita fino a quattro volte la minima, unitamente alla riforma di aliquote e scaglioni.

Parole di Giovanna Tedde