Di Lavinia Sarchi | 30 Marzo 2017
Dalla piccola Islanda arriva una buona notizia: la prima legge al mondo che introduce l’obbligo della parità di salario tra uomo e donna. Con la nuova legge, ogni datore di lavoro, sia pubblico che privato, dovrà garantire lo stesso trattamento economico agli uomini e alle donne a parità di qualifica. L’Althingi, il parlamento islandese, ha così messo a segno un importante passo verso la gender equality. Il controllo della corretta applicazione legislativa è affidato a controlli della Lögreglan, la polizia islandese, della tributaria e se necessario perfino allo Squadrone vichingo, il reparto scelto delle forze dell’ordine.
La prima legge al mondo
Varata ieri dal Parlamento, la legge che regola la parità retributiva è entrata già in vigore e si avvarrà del controllo della polizia e del sistema fiscale: i datori di lavoro dovranno fornire periodicamente la documentazione sufficiente per ottenere la certificazione ufficiale.
Nonostante in molti paesi del Nord Europa, come la Svezia, il gap di stipendio è molto ridotto e si attuano politiche volte all’abbattimento della discriminazione sul lavoro, quella islandese è la prima legge al mondo.
Per Thorstein Viglundsson, il Ministro per gli affari sociali e l’uguaglianza, “Siamo decisi ad abbattere le ultime barriere retributive legate al gender in ogni posto di lavoro. La Storia ha mostrato che a volte se vuoi il progresso sei costretto a imporlo dall’alto contro chi vi si oppone”.
Dallo sciopero delle quote rosa alla gender equality salariale
Chi da anni in Islanda porta avanti la battaglia per abbattere le discriminazioni salariali è l’attivista Frida Ros Valdimarsdottir. E’ lei l’ideatrice dello sciopero rosa islandese: da anni guida la protesta delle donne in cui smettono contemporaneamente di lavorare per circa due ore e mezzo. Il tempo che era calcolato come l’equivalente della differenza retributiva a pari qualifica a vantaggio dei colleghi maschi ( in Francia invece venne calcolato che per recuperare il gap di stipendio dei colleghi maschi, alle lavoratrici servivano 38 giorni in più di lavoro ). E anche se come afferma l’attivista stessa “Il problema e la discriminazione esistono ancora”, è un enorme conquista, il primo esempio al mondo. Controlli e richiesta di certificazioni inizieranno l’anno prossimo, e verranno completate entro il 2022.
L’Islanda in vetta alle classifiche come gender equality
La piccola isola di 330mila abitanti già prima di questa legislazione era in vetta alle classifiche per i diritti sull’uguaglianza di genere. Primo paese al mondo ad avere un capo di Stato donna, in Islanda metà dei ministri sono donne, le leggi sulle quote rosa funzionano ed è infine la nazione ad avere un’altissima percentuale di talenti femminili nel mondo accademico e letterario. Per concludere, l’occupazione femminile è all’80%: 8 donne su 10 hanno un impiego retribuito.
Parole di Lavinia Sarchi