Katia Follesa contro il body shaming con la challenge #NonMiFaiRidere

Dopo essere stata criticata perché dimagrita, la comica e conduttrice ha lanciato un hashtag per rispondere agli hater

Katia Follesa contro il body shaming con la challenge #NonMiFaiRidere

Foto Getty Images | Stefania D'Alessandro

Se perdi peso, perdi anche la tua simpatia e la tua credibilità. È l’assurda accusa mossa all’attrice comica e conduttrice Katia Follesa. Dopo essere dimagrita per motivi di salute, ha ricevuto parecchi commenti negativi che sostenevano che ormai fosse troppo bella per far ridere, che si fosse piegata ai canoni di bellezza imposti dalla società, che insomma avesse perso credibilità.

Lei, che utilizza i social anche per condividere molti siparietti comici col compagno, l’attore Angelo Pisani, e la figlia Agata, non si era fatto certa intimidire da questi commenti sgradevoli.

La questione, dunque, è ancora una volta il corpo di una donna: il suo peso non la definisce solo esteriormente, ma anche professionalmente. Si viene giudicate non solo se si è sovrappeso, ma anche quando si dimagrisce, andando a insinuarsi nelle scelte personali, più o meno delicate.

Katia Follesa risponde con l’ironia

Katia, nota al grande pubblico dal 2004 proprio per la sua comicità pronta e tagliente, ha risposto a tutti coloro che mettevano in dubbio le sue capacità proprio con una risata. Infatti ha lanciato l’hashtag #NonMiFaiRidere che corrisponde a un’ironica challenge subito diventata virale.

La Follesa ha condiviso sul suo profilo un video indirizzato al collega Angelo Pintus in cui dichiara che proprio non la fa ridere.

Subito è arrivata la risposta dello stesso Pintus e molti comici e volti noti hanno colto l’invito a partecipare. Fedez, Frank Matano, Michela Giraud, Mara Maionchi, Luca Ravenna, Gianluca “Fru” Colucci dei Jackal, insomma hanno colto la sfida alcuni dei colleghi di Katia Follesa che insieme a lei prenderanno parte al programma di Amazon Original LOL: Chi ride è fuori, in onda l’anno prossimo.

I video al vetriolo, dove l’ironia sembra quasi abbia un fondo di verità, partono da quel concetto che voleva essere offensivo e che invece la bionda comica ha saputo rigirare.

Un modo inaspettato per rispondere al body shaming, perché proprio di questo si tratta. Infatti, questa pratica non riguarda solo la critica e la discriminazione di una persona sovrappeso, ma in generale qualsiasi giudizio negativo legato al corpo, qualunque forma esso abbia.

Davvero il nostro peso ci qualifica a livello umano e professionale? Assolutamente no e Katia Follesa ne è la prova.

Parole di Carlotta Tosoni