Io donna italiana nel terrore di Bruxelles, la testimonianza di Laura

La testimonianza di Laura Bordin, italiana a Bruxelles, che racconta a Pourfemme.it cosa è accaduto esattamente e cosa è cambiato adesso nella sua vita quotidiana.

Io donna italiana nel terrore di Bruxelles, la testimonianza di Laura

Il giorno dopo gli attentati a Bruxelles l’attenzione, mediatica e non, è ancora molto alta la spinta emotiva forse un po’ meno ed è destinata a scemare con il passare dei giorni. Finisce sempre così, è un normale istinto di sopravvivenza che ci porta a tirare un sospiro di sollievo perché “anche stavolta non è toccato a noi”, perché forse a noi non toccherà mai. Ma non è sempre così: non è così e forse mai più sarà così, per chi ieri, era a Bruxelles e questa volta la paura l’ha toccata con mano.

Abbiamo raccolto la testimonianza di Laura, che qualche mese fa dopo gli attentati di Parigi aveva dichiarato al nostro quotidiano Nanopress.it di sentirsi tranquilla a Bruxelles. “Non so cosa stiano dicendo in Italia, ma a Bruxelles mi sento al sicuro” aveva esordito così durante la sua prima intervista, continuando poi: “Personalmente non mi sento in pericolo. La città è controllata in ogni punto e credo che in questo momento sia la più sicura d’Europa” .
L’intervista completa di Nanopress.it qui.

Adesso, ammette, non è più esattamente così. L’abbiamo raggiunta ieri e all’inizio ci ha chiesto un po’ di tempo per riprendersi dallo shock, poi dopo qualche ora ci ha raccontato la sua testimonianza e nelle sue parole, scritte forse d’impulso dopo una giornata da lei stessa definita “abbastanza estenuante”, abbiamo capito che sapore ha la paura.

Ho passato tutta la giornata di fronte al mio computer ma senza lavorare, a rispondere a messaggi e chiamate dagli amici di qui, dall’Italia, per dire di non preoccuparsi e che sto bene. Ma in verità non sto bene, mi sento colpita, stanca, preoccupata, triste, piena di rabbia e completamente persa. Hanno colpito la mia città, i miei concittadini e messo in discussione la mia vita quotidiana

Laura Bordin vive a Bruxelles da due anni, lavora in una società che si occupa di gestire i progetti legati al trasporto di gas in Europa e nella capitale belga si sente a casa ormai. Ieri mattina si è recata a lavoro un po’ prima, come spesso accade, per andare a correre nel parco vicino al suo ufficio (zona Malbeek/Schuman) prima di iniziare la sua giornata. Ha saputo dell’esplosione solo una volta arrivata a lavoro da un suo collega, ma subito ha pensato ad una falsa allerta come – dice – “ce ne sono state tante che neanche più ci fanno effetto”. Ma poi dalla TV ed in diretta con suo padre dall’Italia ha scoperto che no, non era una falsa allerta questa volta. Era stata fatta esplodere proprio la fermata della metropolitana dove lei scende ogni mattina per recarsi a lavoro, e dove per puro caso quella mattina era arrivata un po’ prima del solito. Li è cominciato il panico.

Laura ci ha raccontato di essere corsa a chiudersi in bagno a causa dei forti crampi allo stomaco che la costringevano quasi a terra. “Mentalmente mi sentivo ok ma evidentemente il mio corpo mi diceva altro” .

Come se non bastasse” – aggiunge – “Il mio ragazzo è stato operato ieri alla gamba ed è stata un’avventura arrivare col taxi fino in ospedale, tutto era bloccato. Dall’altro lato invece, la polizia non si è degnata nemmeno di controllare che cos’avessi nello zaino prima di farmi serenamente entrare. Quindi mi chiedo, a cosa serve tutto questo falso controllo?”. Già, ce lo chiediamo anche noi, a cosa serve? Dopo Parigi è stato davvero fatto tutto il possibile, o forse lo stato di allerta non era poi così “massimo” ?

Laura oggi riprende la sua vita, provando ad andare avanti, facendosi forza per vincere la paura e tornare a casa, in Italia, in questi giorni di Pasqua. Lo aveva già previsto perché “ho proprio voglia di tornare a casa” e non sarà di certo l’Isis a fermarla. E’ spaventata, sdegnata, abbattuta e ovviamente sotto shock ma con fermezza afferma a conclusione del suo avvincente racconto che: “A Bruxelles mi sento sicura perché ormai questa è casa mia e non permetterò a NESSUNO di privarmi della mia libertà.”

Laura Bordin oggi