Bullismo e cyberbullismo: una piaga sempre più diffusa a causa del lockdown

Secondo un'indagine, sarebbero sempre più diffusi tra i giovani atti di violenza e sopraffazione. La pandemia ha acuito il problema

Bullismo e cyberbullismo: una piaga sempre più diffusa a causa del lockdown

Foto Unsplash | Morgan Basham

Il 7 febbraio è la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, fenomeni colpiscono in particolar modo la fetta più giovane della popolazione.

Sopraffazione, violenza fisica e verbale e umiliazioni avvengono sia di persona che tramite i social e internet più in generale. Nell’ultimo anno, forse a causa della grande pressione sociale data dalla pandemia e dalle restrizioni che hanno messo in difficoltà adolescenti e giovani, bullismo e cyberbullismo sono risultati ancora più diffusi. A rivelarlo è un uno studio Osservatorio Indifesa 2020 di Terre des hommes e Scuolazoo: sono stati intervistati 6.000 ragazzi di età compresa, tra i 13 ai 23 anni, provenienti da tutta Italia.

Secondo questa ricerca, il 61% degli intervistati afferma di essere vittima di bullismo e cyberbullismo. A questo dato sconvolgente se ne aggiunge un altro altrettanto significativo: il 68% degli intervistati ha dichiarato di essere stato testimone di atti del genere. È probabile inoltre che ci sia moltissimo sommerso, atti non denunciati o comunque azioni meno plateali e aggressive ma comunque devastanti per le vittime.

Chi ha subito atti di bullismo ha dichiarato la violenza psicologica proveniva da coetanei nel 42,33% dei casi.

Soli e insicuri: ecco gli adolescenti post lockdown

Il 93% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi solo. Paolo Ferrara Direttore Generale di Terre des Hommes, ha dichiarato che questi dati sono un campanello d’allarme per capire gli effetti della pandemia anche sui più giovani. La sempre più diffusa solitudine li spinge a frequentare maggiormente i social, dove si annidano molte insidie.

I ragazzi, in generale, pensano di non essere sicuri on line e le loro principali paure sono cyberbullismo (66,34%), perdita della privacy (49,32%), Revenge porn (41,63%) adescamento (39,20%), stalking (36,56%) e di molestie online (33,78%).

Il bullismo le ragazze

Le ragazze si sentono particolarmente fragili e non tutelate quando si parla di web. Il 61,36% dice di non sentirsi al sicuro sui social o app di incontri, laddove per il 52,16% delle intervistate la principale paura è il revenge porn (reato grazie alla legge n. 69/2019). Per quasi tutte le ragazze (95%) è considerato al pari di una violenza fisica, mentre lo è per il 89,76% dei ragazzi.

Altri timori sono le molestie online (51,24%) l’adescamento (49,03%) e la violazione privacy (44,73%). Inoltre il 44,57% ha dichiarato di aver ricevuto commenti molto poco gradevoli di carattere sessuale online.

Per quanto riguarda l’aver compiuto atti di bullismo, l’8,02% confessa di averlo fatto, percentuale che sale al 14,76% tra i coetanei maschi.

Manca la socialità

Per i genitori è ancora più difficile riconoscere quando i propri figli sono vittime e carnefici. In un momento così complesso, l’assenza di socialità ha bloccato giovani e meno giovani in una bolla di frustrazione e stress.

Ascolto, comprensione e affetto sono l’unico sistema per riuscire a non farsi sopraffare dalla negatività.

Parole di Carlotta Tosoni