Cos'è il cyberbullismo? Definizione, casi e vittime

Cos'è il cyberbullismo? La definizione corretta è bullismo via web, fenomeno in netta crescita a livello internazionale. Scopriamo i principali casi e chi sono le vittime.

Cos’è il cyberbullismo? Definizione, casi e vittime

Cos’è il cyberbullismo? La definizione esatta è bullismo via web, perpetrato tramite mezzi elettronici, quali e-mail, blog, social, messaggistica istantanea e via dicendo. I casi di questo tipo sono sempre più diffusi, secondo le statistiche 1 bambino su 4 è a rischio, complice il grande utilizzo della rete da parte delle fasce più giovani. Se il classico bullismo è insidioso, il cyberbullismo lo è in misura ancora maggiore: i “carnefici” si sentono infatti meno esposti e quindi più pronti a sferrare il crudele attacco a suon di maldicenze, chiacchiere, insulti, tesi a distruggere psicologicamente le vittime.

Definizione

Il cyberbullismo, fenomeno in crescita, è una forma di bullismo particolarmente insidiosa, perpetrata via web. Nancy Willard, direttore del centro americano per l’utilizzo sicuro e responsabile di Internet, ne ha individuato le principali tipologie: Flaming, insulti verbali indirizzati a singoli o a gruppi, Harassment, invio ossessivo di messaggi offensivi mirati, Put-downs, invio di mail, sms e post denigratori riguardanti una singola persona, Masquerade, sostituzione di persona allo scopo di pubblicare messaggi diffamatori, Exposure, pubblicazione di informazioni private di un’altra persona, Trickery, pubblicazione di confidenze altrui, Exclusion, esclusione di un soggetto da un gruppo online, Cyberstalking, denigrazioni minacciose e ossessive, Cyberbashing, pubblicazione online di molestie filmate nella vita reale con videotelefonini, come nel caso del video shock di Bollate sul bullismo tra ragazze.

Casi e vittime

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Le vittime di cyberbullismo sono sempre più numerose, basti pensare che dal 2008 ad oggi si sono registrati ben 41 suicidi di minorenni provenienti da tutto il mondo. Tra i più colpiti le adolescenti e i giovani omosessuali, che spesso non trovano il coraggio di confidare a nessuno i loro problemi con la rete. Tra i casi più eclatanti a livello internazionale quello di Amanda Todd, quindicenne canadese che, sbeffeggiata dai compagni per alcune foto di nudo postate online, si suicida pubblicando un video di addio su Youtube. Nel 2012 è il turno di Felicia di Staten Island, suicidatasi a causa delle persecuzioni telematiche perpetrare dai compagni di classe, e ancora Audrie Pott, diffamata online tramite pubblicazione di immagini oscene, Phoebe Prince, perseguitata su Twitter da alcune compagne invidiose, Katie Webb, sbeffeggiata per il suo stile poco alla moda, Rehtaeh Parsons, fotografata e diffamata tramite immagini che la ritraevano durante un rapporto sessuale.

Come proteggere i figli

Impedire ai figli di navigare su Internet è inutile e controproducente, la tecnologia oramai è parte integrante delle nostre e delle loro esistenze, impossibile negarlo. L’unica soluzione consiste nel prevenire il più possibile, imparando a riconoscere i segnali d’allarme e intervenendo all’occorrenza nel miglior modo possibile. Tra i sintomi della vittima di cyberbullismo si segnalano la comparsa improvvisa di disturbi del sonno, problemi alimentari, isolamento, mal di testa o mal di pancia frequenti. L’utilizzo eccessivo di Internet e il timore di andare a scuola sono spie altrettanto importanti. In questi casi è bene imparare a controllare i ragazzi evitando però di risultare troppo invadenti, applicare dei filtri a Internet, conservare eventuali messaggi diffamatori in modo da potersi difendere, infine consigliare ai propri figli di non pubblicare informazioni personali.

Parole di Laura De Rosa