Umberto Veronesi: le scoperte che hanno salvato la vita a migliaia di donne

Si è spento all’età di 90 anni l’oncologo Umberto Veronesi. E’ morto a Milano nella sua casa, dopo una lunga malattia. E’ stato un illustre medico che ha dedicato la vita alla ricerca sul cancro compiendo passi da gigante, salvando vite e donando speranza, come alle donne colpite dal tumore al seno. Le tecniche da lui inventate sono oggi utilizzate per sconfiggere il tumore alla mammella.

Umberto Veronesi: le scoperte che hanno salvato la vita a migliaia di donne

E’ morto ieri Umberto Veronesi, l’oncologo che ha dedicato la vita a combattere il cancro, le cui scoperte hanno salvato e guarito migliaia di donne. Si è spento a 90 anni nella sua casa di Milano. Difficile descrivere in una sola parola l’uomo e l’attività professionale di Veronesi. Non è stato solo un grande oncologo che ha dato alla ricerca sul cancro tantissimo, è stato uno studioso, un politico. L’uomo delle mille battaglie: per l’eutanasia, per la cultura scientifica, per l’alimentazione vegetariana, grande sostenitore delle donne nella lotta al tumore al seno. E’ stato definito da molti il paladino delle donne: la ministra della sanità Beatrice Lorenzin lo saluta come “Grande scienziato, uomo di valore, ha insegnato alle donne come vincere e difendersi dal cancro.”
La sua attività clinica e di ricerca infatti si è incentrata sul carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna, così come il tumore all’utero.

No alla mastectomia: per la donna una mutilazione

In questo senso Veronesi è stato amico e salvatore di migliaia di donne. Grazie a lui adesso in medicina si utilizzano tecniche come la “quadrantectomia” il “linfonodo sentinella“, la tecnica salva-capezzolo (“nipple sparing”). La quadrantectomia è l’intervento che limita l’asportazione della mammella limitata alla parte dove il nodulo tumorale, anziché della mastectomia, ossia l’asportazione totale della mammella. Per lui bisognava trovare un’alternativa alla mastectomia, era una mutilazione che colpisce la donna nel cuore della sua femminilità: il seno. Sebbene uno scienziato, il suo interesse ha sempre riguardato la cura della paziente dal punto di vista psicologico, morale. Senza mai abbassare il livello di sicurezza della terapia, cercava sempre nuovi metodi per alleviare la sofferenza alle sue pazienti. Auspicava ospedali più belli, dove i parenti potessero assistere i malati come a casa. Ecco perché nella lunga serie di riconoscimenti internazionali e le 14 lauree honoris causa, spicca l’affettuosa nomina, da parte di un’associazione femminile romana, ‘Donna ad honorem‘.
Grazie alla sua opera di sensibilizzazione milioni di donne fanno prevenzione, si sottopongono oggi a controlli per individuare per tempo quel nemico della donna: i noduli al seno, spesso sentinelle di inizio di tumore.

Come non ricordare infine la sua battaglia civile a favore della fecondazione assistita. Nel 2005 al referendum fu un pubblico sostenitore del Si per abrogare la legge 40: ”La legge 40 sulla procreazione assistita e’ una legge contro le donne, perche’ il desiderio di maternita’ – ha affermato l’ex ministro della sanita’ – è naturale e questa legge fa di tutto per ostacolarlo”. Quella battaglia fu persa perché il referendum non raggiunse il quorum per la forte astensione, di cui fu promotore la Chiesa.

Le donne nella vita privata di Veronesi

Una vita accanto alla stessa donna che ha sposato, Sultana Razon, Susy, che le ha donato sei figli, eppure Umberto Veronesi nella sua vita ha avuto altre donne e un figlio dall’amante. Nel suo libro “Confessioni di un anticonformista “ racconta del figlio che ha avuto fuori dal matrimonio e di come lo abbia detto a sua moglie. Una domenica mattina del 1989 Veronesi mentre guida la macchina a fianco della sua signora le confessa: “Ho un figlio di quattro anni da un’altra donna”.
“Avevo rimandato tante volte quella confessione. Il mio settimo figlio, Francesco, è nato quando avevo sessant’anni ed è stato il frutto di una passione profonda: Emanuela, con la quale ho lavorato per la costituzione dell’Associazione italiana di ricerca sul cancro. Aveva una ventina d’anni meno di me, era molto bella e single.
Avevamo una grande affinità intellettuale. Mi amava molto e voleva a tutti i costi un figlio da me. Sapeva che non avrei lasciato la mia famiglia, ma non le importava”.
Una confessione che raggelò Susy, la quale però decise di rimanere col marito, nonostante fosse a conoscenza anche di altre scappatelle e per amor suo accettò anche il figlio avuto dall’amante.

VERONESI CONTRO LA DISCRIMINAZIONE DELL’AMORE GAY
Veronesi con la moglie Susy

Susy è stata, a detta di Veronesi, una moglie molto gelosa. Il che le ha provocato molta sofferenza, avendo un marito che trascorreva gran parte della settimana lontano da casa, tra impegni di lavoro e studio. Ciononostante l’oncologo ha ammesso: “Le mie scappatelle sono sempre state faccende superficiali che si risolvevano in una notte o poco più. Non mi sono mai innamorato di un’altra donna”.
E Sultana Razon è anche la donna che ha salvato dal tumore alla mammella. E’ stato lui ad operarla e a guarirla.

L’Italia ha perso un grande uomo che ha però lasciato un altrettanto grande eredità a tutti noi, in primis alle donne.

Parole di Lavinia Sarchi