Quanto dura, cosa fare e quali i rimedi naturali per il raffreddore nei neonati e nei bambini? Anche i più piccoli possono avere a che fare, già nelle prime settimane di vita, con starnuti e naso gocciolante. È importante non trascurarlo, specialmente nei neonati che non sono ancora in grado di liberare le vie nasali da soli.
Cerchiamo di capire cosa fare se il bambino ha il naso chiuso a causa del raffreddore.
Cause e sintomi del raffreddore nei neonati e nei bambini
Il raffreddore nel bambino può essere il risultato dell’aggressione da parte di 200 diversi tipi di virus, che hanno raggiunto il piccolo, attraverso le vie aeree, naso e bocca, per altrettanti motivi differenti.
Tra i fattori di rischio il cambio di stagione, i colpi d’aria e gli sbalzi di temperatura la fanno da padrone. Con il passare dei mesi, il sistema immunitario del bambino si sviluppa, le sue difese si rafforzano e gli starnuti diventano sempre meno frequenti.

Per individuare la presenza del raffreddore, se nei più grandi basta riconoscere la comparsa di starnuti e naso chiuso, nei neonati, che sanno respirare solo dal naso e non riescono a comunicare a parole, i sintomi da riconoscere potrebbero essere anche altri. Come, per esempio, irritazione, fastidi durante la suzione, mentre mangiano, continui risvegli notturni.
Quanto dura
In generale il raffreddore nei neonati e nei bambini dura dai 7 ai 10 giorni a partire da quando iniziano i sintomi.
Quando preoccuparsi? Se trascorrono più di 10 giorni senza che il bambino manifesti un qualche miglioramento, è il caso di consultare il pediatra per verificare che non vi siano altre infezioni in corso.

Potrebbe trattarsi per esempio di sinusite, specie se il raffreddore è accompagnato da scolo nasale di muchi densi e scuri. Oppure di rinite allergica, accompagnata da muchi chiari e fluidi, prurito al naso, occhi rossi, frequenti stranuti.
I rimedi naturali
La prima cosa da fare in caso di raffreddore nel neonato di 6 mesi, o più piccolo, è liberare il naso con l’apposita pompetta, utile per eliminare il muco in eccesso, più volte al giorno, avendo cura di ripetere soprattutto l’operazione la sera, prima che il bimbo vada a dormire.
Se la pompetta non basta, prima di aspirare il consiglio è di fare dei lavaggi nasali instillando qualche goccia di soluzione salina nelle narici. Sono consigliati soprattutto prima della poppata e della nanna e possono essere eseguiti, in alternativa, con acque termali e acqua di mare sterilizzata.
L’aerosol con soluzione fisiologica è un’altra soluzione utile per liberare le vie nasali del neonato.
Il bagno di vapore, poi, può essere un ottimo alleato per liberare le vie respiratorie del bimbo: allo scopo basta far scorrere l’acqua calda della vasca fino a che il bagno non sarà abbastanza saturo di vapore e tenere con sé il bimbo, nella stanza, per circa 10/15 minuti.
Il consiglio migliore che tu possa seguire, però, è sempre quello di avvertire il medico. Infatti, specialmente quando si tratta di bambini piccoli, è bene non prendere da soli decisioni su come curarli, anche se si tratta di un “banale” raffreddore.
Cosa fare
Il naso va liberato con delicatezza, utilizzando soluzione fisiologica o acqua di mare isotonica, preferibilmente prima della poppata e del sonno, in modo che il piccolo possa respirare meglio. Nei neonati che non sanno ancora soffiarsi il naso si può ricorrere a un aspiratore nasale, ma solo se davvero necessario e senza esagerare per non irritare le narici.
È bene offrire spesso liquidi, che si tratti di latte materno, formula o acqua, perché l’idratazione aiuta a fluidificare il muco e a mantenerlo più facile da eliminare. Il bambino dovrebbe riposare il più possibile, evitando sbalzi di temperatura e luoghi affollati.
Durante la notte, tenere leggermente sollevata la testina — ad esempio mettendo un rialzo sotto il materasso, non un cuscino — può facilitare la respirazione. Se compaiono febbre alta, difficoltà a respirare, rifiuto del cibo o sonnolenza eccessiva, è importante consultare subito il pediatra, perché nei più piccoli il raffreddore può facilmente complicarsi o nascondere infezioni più serie come l’otite o la bronchiolite.
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