Pillola abortiva ru486: l'aborto farmacologico in Italia

Cos'è la pillola abortiva ru486 e come funziona l'aborto farmacologico in Italia? Cerchiamo di capire di cosa si tratta, le differenze rispetto all'interruzione di gravidanza chirurgica, i rischi correlati all'utilizzo della pillola abortiva e se è possibile o meno acquistarla in autonomia presso le farmacie.

Pillola abortiva ru486: l’aborto farmacologico in Italia

Cos’è la pillola abortiva Ru486 e come funziona l’aborto farmacologico in Italia? Si tratta del nome commerciale del medicinale Mifegyne, che consente di praticare l’aborto senza intervento chirurgico, nel pieno rispetto della legge 194. Giunta in Italia nel 2009, la pillola abortiva ha suscitato molte polemiche ma ha ricevuto le dovute autorizzazioni e quindi è possibile ricorrervi liberamente. Scopriamo dove si compra la pillola per abortire, come averla, il costo e come funziona.

Pillola abortiva ru486: dove comprarla

Dove prendere la pillola abortiva e a chi rivolgersi? La risposta è alle strutture ospedaliere, difatti può essere somministrata solo da personale preparato, con l’obbligo di ricovero dal momento in cui viene assunta fino all’avvenuta interruzione di gravidanza. In farmacia la pillola abortiva non è quindi disponibile. L’aborto infatti, come premesso, avviene in ospedale, cambiano semplicemente le modalità perché in questo caso non è necessario praticare l’aborto chirurgico. Inoltre è possibile ricorrere alla pillola abortiva nei minorenni solo con l’autorizzazione dei genitori.

Come avviene l’aborto farmacologico

L’aborto farmacologico non prevede l’operazione chirurgica e va eseguito entro la settima settimana di gravidanza. Il nome della pillola è mifepristone sebbene venga chiamata Ru486 in ambito commerciale. Essa agisce sul progesterone, che è l’ormone in grado di assicurare il proseguimento della gravidanza, grazie ad un’apposita molecola, chiamata mifepristone, associata al misoprostol. La paziente, una volta ricoverata in ospedale, deve assumere due pastiglie, una di mifepristone, e dopo 2 giorni una di prostaglandina, che consente di eliminare il materiale abortivo nel giro di qualche ora, con sintomi quali sanguinamento e contrazioni. Può anche succedere che l’espulsione avvenga prima dell’assunzione di questo secondo farmaco. Non comportando intervento chirurgico, questo tipo di aborto non prevede nemmeno l’anestesia e a quanto pare funziona nel 95% dei casi. Non si tratta perciò di un contraccettivo, come per esempio la pillola del giorno dopo, ma di un abortivo che induce un aborto chimico impedendo all’embrione di svilupparsi e provocando il distacco del sacco che lo contiene dall’endometrio.

Rischi della pillola abortiva

La pillola abortiva può causare alcuni effetti collaterali dovuti, nella maggioranza dei casi, alle prostaglandine. Esse infatti provocano dei dolori simili a crampi che possono essere più o meno intensi a seconda della donna. Il dolore generalmente aumenta al momento dell’espulsione per poi ridursi di nuovo. Altri effetti collaterali sono la nausea, il vomito, la diarrea, ma quest’ultima è piuttosto rara. La pillola abortiva causa anche, al momento dell’espulsione, sanguinamento e perdite ematiche per circa una settimana. Questo non comporta complicanze nella maggioranza dei casi, tuttavia pul capitare la necessità di ricorrere a emostasi chirurgica, è comunque un’eventualità rara. In generale, secondo i medici, i rischi correlati all’utilizzo della pillola abortiva sono comunque inferiori rispetto a quelli dell’aborto chirurgico.

Parole di Laura De Rosa