Pidocchi pubici, attenzione al facile contagio

Pidocchi pubici, attenzione al facile contagio

Quando abbiamo letto dei pidocchi pubici, noti anche come piattole, ci sono venuti i brividi, ma data la facilità del contagio, non potevamo non parlarvene adeguatamente. Si chiamano scientificamente Phthirus pubis, proprio per la peculiarità che hanno di infestare l’area del pube e perianale, e si differiscono per questo dai ben più noti Pediculus capitis umani, ovvero quelli che troviamo sui capelli. Si tratta allo stesso modo di parassiti, ed in particolare sono microrganismi dall’aspetto raccapricciante, assomigliano ad un granchio se osservati al microscopio ed hanno 6 zampette.

Il contagio dei pidocchi pubici

Si tratta essenzialmente di una malattia a trasmissione sessuale, tra l’altro molto diffusa tra gli adolescenti, che si attacca attraverso il contagio diretto, ma trattandosi di microrganismi che vivono lungamente nell’ambiente è facile anche trovarli tra le lenzuola, negli abiti, sui divani, le coperte o nei bagni. Addirittura c’è chi afferma che alcune donne siano state contagiate durante la misurazione di abiti e costumi da bagno nei negozi. Ci sembra un allarmismo esagerato, ma visto che il parassita permane sugli abiti è molto probabile. La sua caratteristica sta nel fatto che sui peli pubici depone le uova e l’infestazione si diffonde: arrivano fin sotto le ascelle ed in altre parti del corpo (ciglia e sopracciglia addirittura).

Foto: Eutman per flickr

I sintomi dei pidocchi pubici

Come nella comune pediculosi, questi parassiti non danno sintomi specifici, ma solo un certo prurito localizzato, che tende ad aumentare la notte, quando i microrganismi diventano attivi e si infilano nei follicoli piliferi per nutrirsi del sangue. A creare il prurito, oltre il movimento, anche la loro saliva che provoca una reazione sulla cute. Il grattarsi di continuo, oltre ad essere estremamente fastidioso ed imbarazzante può portare a graffiarsi e dunque ad infezioni secondarie. Vanno eliminati dunque al più presto e va evitato di contagiare altre persone.

La terapia per i pidocchi pubici

La terapia per i pidocchi pubici è la stessa di quelli per la testa. Si usano cioè prodotti antiparassitari specifici. Solitamente basta un’applicazione che va ripetuta dopo una settimana- dieci giorni nell’eventualità che le uova (lendini) siano sopravvissute e si siano schiuse. E’ fondamentale seguire le dosi indicate e non eccedere nelle dosi, ma anche evitare altre sostanze che possano essere pericolose, come alcuni rimedi della nonna che si usano per i pidocchi della testa. L’aceto ad esempio, non uccide i pidocchi e metterlo sul pube può provocare bruciore nelle parti intime. Non serve. Gli antiparassitari sono adeguatamente efficaci. Importante però è anche trattare tutto quello con cui si è avuto contatto, biancheria intima e lenzuola da lavare oltre i 60 gradi, o vestiti da trattare con antiparassitari. Idem per il divano o le sedie.

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