Pescara, consegnavano le figlie a un pedofilo per girare video hard: madri sotto accusa

Le indagini stanno svelando i contorni di un agghiacciante teatro di orrori. Vittime due minorenni, di 12 e 13 anni, protagoniste delle perversioni di mamme e aguzzino.

Pescara, consegnavano le figlie a un pedofilo per girare video hard: madri sotto accusa

Foto: Ansa

In provincia di Pescara, un’indagine sulla pedopornografia ha svelato alcuni dettagli sconvolgenti. Secondo quanto emerso, due minori e le rispettive madri sarebbero coinvolte nella produzione di materiale video per adulti. La segnalazione, partita dal Tribunale dei minorenni dell’Aquila, è finita sul tavolo del Tribunale collegiale di Pescara.

Mamme sotto accusa per pedopornografia

Sullo sfondo dell’inchiesta su un giro di materiale pedopornografico si sono stagliate le figure di due donne, madri di due minori che loro stesse avrebbero consegnato a un pedofilo per girare video hard.

Tre gli adulti ritenuti al vertice di una rete volta al traffico di contenuti sessuali con protagonisti bambini e ragazzini, uno dei quali è considerato elemento di punta. Si tratta di un 56enne pescarese che 4 anni fa, mentre era ai domiciliari per reati analoghi, fu trovato in possesso di materiale pedopornografico (in parte già condiviso sul web e per questo intercettato dalla polizia postale).

Il ruolo del 56enne e della convivente

Le indagini successive avrebbero svelato un contesto agghiacciante: all’interno dell’abitazione del 56enne sono stati scoperti circa 5mila documenti contenenti foto e filmati di minori ritratti durante atti sessuali. Il materiale, sequestrato dalle autorità, era contenuto in una chiavetta usb.

In quei video anche una 12enne, figlia della convivente dell’uomo e finita nella rete di pedofili a sua insaputa. E proprio la mamma della minorenne, 45 anni, avrebbe concorso alla realizzazione di scatti e video espliciti ritraenti la bambina. Attualmente, anche lei è imputata come il compagno.

La coppia avrebbe girato, inoltre, 5 filmati quando la figlia della 45enne aveva 7 anni, in cui la vittima “veniva invitata ad alzare la gamba sinistra e a mostrare le mutandine di pizzo nero”. In alcune sequenze, le riprese indugiavano sulle parti intime della minore, o la mostravano mentre indossava autoreggenti.

Secondo l’accusa, a girare i video era l’uomo, mentre la compagna avrebbe ‘istruito’ la bambina per farle assumere pose esplicite.

L’altra donna imputata

Imputata anche una terza persona, seconda donna finita nel fuoco investigativo con gravissime accuse. Si tratta di una 50enne amica di famiglia che è accusata di aver girato un video hard con protagonista la figlia 13enne. Immagini poi inviate dalla donna al 56enne e alla 45enne.

Un difetto di notifica ha fatto saltare la prima udienza del processo a carico dei tre, e si tornerà in aula a dicembre. Alla coppia si contesta il reato di produzione di materiale pedopornografico, con le aggravanti legate alla genitorialità.

La seconda donna, invece, è accusata di corruzione di minorenne. Il padre di una delle due vittime si è costituito parte civile.

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Parole di Giovanna Tedde