Pensioni: arriva la bella notizia e vale fino al 2026, tanta gioia e soddisfazione sindacati

Pensioni: arriva la bella notizia e vale fino al 2026, tanta gioia e soddisfazione sindacati

Le novità sul versante pensioni che fanno gioire sindacati e lavoratori - pourfemme.it

C’è una bella notizia sul versante pensioni: i nuovi requisiti per il pensionamento piacciono a sindacati e lavoratori.

Sono stati fissati i nuovi requisiti per il pensionamento nel biennio 2025-2026 e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale. Ci si aspettava delle brutte notizie ma fortunatamente pensionati e lavoratori possono “tirare un respiro di sollievo“. Ecco perché. 

La buona notizia sul versante pensioni

Seppur ci si aspettasse un incremento nell’età pensionabile, fino al 31 dicembre 2026 non ci saranno cambiamenti. Ciò significa che il requisito anagrafico per andare in pensione nel biennio 2025-2026 resterà uguale a quello di attuale. 

Pensioni: i nuovi requisiti

I nuovi requisiti per andare in pensione – pourfemme.it

Questo è quanto stabilito dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 18 luglio 2023 pubblicato in Gazzetta Ufficiale (G.U. 243/2023) in cui emerge una variazione ISTAT negativa della speranza di vita (-0,11 di anno, cioè un mese), registrata dalla popolazione residente all’età di 65 anni corrispondente alla differenza tra la media dei valori registrati negli anni 2021 e 2022 e la media dei valori registrati negli anni 2019 e 2020.

Non ci sarà dunque alcun adeguamento dell’età pensionale alla speranza di vita: il requisito anagrafico per ottenere la pensione di vecchiaia rimane di 67 anni, a cui bisogna aggiungere il requisito contributivo di 20 anni, e questo sarà valido fino al 31 dicembre 2026. Per coloro che svolgono lavori gravosi, con almeno 30 anni di contributi e che hanno acquisito uno sconto strutturale di cinque mesi sull’età pensionabile, l’età pensionabile resta fissata a 66 anni e 7 mesi. 

Mentre per i contributivi puri (vale a dire coloro che sono iscritti a una gestione previdenziale dal 1° gennaio 1996), l’età pensionabile resta, fino al 2026, di 64 anni. Per andare in pensione questi soggetti dovranno avere anche 20 anni di contribuzione effettiva a meno che il rateo pensionistico non risulti inferiore a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale. Infine, anche per ottenere l’assegno sociale, il requisito anagrafico da soddisfare rimane di 67 anni.

Anche chi aspira alla pensione anticipata vede confermati i medesimi requisiti e cioè contributi pari a:

  • 42 anni e 10 mesi per gli uomini
  • 41 anni e 10 mesi per le donne
  • 41 anni per i lavoratori precoci 

Stesso discorso vale anche per i lavoratori notturni e gli usuranti che vanno in pensione seguendo le quote stabilite dal Dlgs 67/2011. Insomma, lavoratori e sindacati possono essere soddisfatti perché l’età pensionistica rimarrà invariata ancora per un paio di anni, nonostante fosse dato quasi certo un rialzo. Solo dopo il biennio 2025-2026, se la variazione ISTAT della speranza di vita registrerà un andamento positivo, è possibile che l’età pensionabile venga innalzata.

Parole di Flavia Scirpoli