Obesità, tutta colpa del grasso cattivo

Per dimagrire bisogna trasformare il grasso buono in cattivo, come fare? Ci stanno pensando un ruppo di ricercatori.

Obesità, tutta colpa del grasso cattivo

L’obesità dipende da quello che è conosciuto come grasso cattivo. C’è una buona notizia, questo grasso può essere trasformato in grasso buono, ovvero facile da bruciare e di conseguenza rende più semplice il dimagrimento. Come fare? Nel nostro corpo è presente una sorta di interruttore della fame (neuropeptide Y ovvero ”NPY”): bisogna trovare il modo di spegnerlo nel modo più giusto. A sostenere questa possibilità sono i ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora che hanno fatto alcuni esperimenti su un gruppo di cavie da laboratorio.

Disattivando questo interruttore molecolare, i topi hanno mangiato meno e il loro grasso si è trasformato in grasso da smaltire. Un ottimo risultato che ha fatto immaginare che questa cosa possa accadere anche sugli uomini. Sarebbe davvero rivoluzionario.
 
Il corpo possiede, infatti, due tipi diversi di grasso: quello bianco, più persistente e responsabile dell’obesità, che dà origine agli accumuli di adipe e agli odiosi “rotolini”, e quello bruno, al quale il corpo quando serve energia immediata e che quindi si brucia facilmente senza accumularsi. Questa distinzione l’avevamo vita anche qualche mese fa, parlando anche di luce e buio, ed è un argomento su cui i medici stanno davvero investendo moltissimo. Con buone probabilità è proprio qui la cura contro l’obesità.
 
Inoltre, durante l’esperimento si è visto che anche mantenendo una dieta calorica il grasso cattivo si è comunque trasformato in grasso buono. E oltre a prevenire il rischio obesità, c’è anche la possibilità di prevenire malattie come il diabete.