Il mobbing sul lavoro è una forma di violenza psicologica che si manifesta attraverso comportamenti vessatori e persecutori messi in atto da colleghi o superiori nei confronti di un lavoratore. Questo fenomeno, purtroppo, è piuttosto diffuso e può avere gravi ripercussioni sulla salute psicofisica delle vittime, nonché sulla loro carriera professionale.
Il primo passo per uscire dal mobbing è riconoscerlo, dopo di che occorre mettere in atto delle strategie per affrontarlo efficacemente, basandosi anche su alcuni articoli del Codice Civile e Penale in materia.
La soluzione migliore a questo odioso problema resta sempre e comunque la prevenzione, che passa innanzitutto per un clima positivo, inclusivo e solidale in azienda.
Mobbing sul lavoro: come riconoscerlo
Non è sempre facile riconoscere il mobbing, dal momento che questo fenomeno spesso può manifestarsi in modi subdoli e non immediatamente evidenti. Ma ci sono alcuni segnali distintivi e inequivocabili che possono aiutare a identificarlo.

Le vittime di mobbing spesso ricevono critiche frequenti e non costruttive, solitamente infondate o esagerate, riguardo il loro lavoro, la loro personalità o il loro comportamento.
Un altro campanello d’allarme è l’isolamento sociale, che può manifestarsi attraverso l’esclusione dalle riunioni, dai progetti di gruppo o dalle conversazioni stesse tra colleghi. L’obiettivo è far sentire la vittima emarginata e priva di supporto.
Nelle situazioni di mobbing, poi, il lavoro della vittima viene costantemente sminuito, anche quando è di alta qualità. La conseguenza non è solo il mancato riconoscimento dei successi professionali, ma anche la mancata attribuzione promozioni e passaggi a livelli superiori nell’organigramma aziendale.
Anzi, spesso le vittime di mobbing ricevono incarichi irrealizzabili che possono causare il cosiddetto burnout, ovvero forte stress da lavoro, oppure, al contrario compiti nettamente al di sotto delle loro competenze, proprio con l’intento di metterle in difficoltà e screditarle professionalmente.
Mobbing sul lavoro: cosa fare
Le comunicazioni possono diventare ostili, con toni aggressivi, minacce velate o esplicite e atteggiamenti intimidatori. La vittima di mobbing spesso diventa oggetto di pettegolezzi maligni e false accuse, che mirano a danneggiare la sua reputazione all’interno dell’azienda.

Se si verificano una o più delle condizioni vessatorie sopra descritte non ci sono dubbi: si tratta proprio di mobbing, ed è essenziale sapere come affrontarlo. Uno dei passaggi chiave per gestire la situazione è documentare ciò che accade. Annotare date, orari, luoghi e testimoni può essere utile in caso di necessità di presentare prove.
Parlare con colleghi di fiducia può fornire alla vittima di mobbing supporto emotivo e, in alcuni casi, può essere anche una fonte di testimonianze preziose. Attenzione però a scegliere soltanto persone di cui ci si fida completamente.
Per un aiuto nella gestione dello stress e per ricevere indicazioni su come sviluppare strategie efficaci per affrontare il mobbing sarebbe opportuno chiedere la consulenza di uno psicologo del lavoro. È consigliabile segnalare il mobbing ai superiori, al reparto risorse umane o al rappresentante sindacale.
Molte aziende hanno politiche specifiche per gestire queste situazioni. Se nonostante tutto il mobbing persiste, può essere necessario intraprendere azioni legali. In Italia, il mobbing è considerato un comportamento illecito e può essere perseguito sia civilmente che penalmente.