Maternità e paternità per autonomi: il bonus nascosto che forse non conosci

C’è una indennità che puoi richiedere subito, se sei un lavoratore autonomo con un neonato.

Sei un lavoratore autonomo e stai per diventare genitore oppure lo sei diventato da poco? Allora ci sono delle buone notizie per te. Infatti ti può essere riconosciuta una cifra in denaro legata all’esistenza di un apposito bonus. Questa copertura spetta ai cosiddetti freelance, i liberi professionisti che lavorano anche mediante contratti a tempo, solitamente dalla cadenza annuale. Ci sono ovviamente dei precisi requisiti da conoscere in tal senso per potersi vedere corrisposta questa indennità.

Una lavoratrice autonoma al pc che sorride e dei soldi
Maternità e paternità per autonomi: il bonus nascosto che forse non conosci – pourfemme.it

La cosa vale sia per gli uomini che per le donne. Va detto che non tutti sono a conoscenza dell’esistenza di questo bonus. La cui esistenza però può rappresentare un aiuto economico importante. Se c’è qualcosa di decisamente brutto riguardo a chi lavora come freelance e necessita magari pure della partita iva è che le entrate non sono mai fisse. Di mese in mese è possibile anche subire un taglio importante delle entrate. E poi spesso e volentieri si finisce con il cedere all’iper lavoro.

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Iper lavoro nel senso che più si produce nella propria professione, e più si guadagna. Ciò porta in molti lavoratori liberi professionisti a sacrificare il proprio tempo libero, con tutte le conseguenze negative del caso. Che cosa è necessario fare per ottenere questo bonus? Come primo requisito, è importante essere iscritti alla Gestione Separata dell’INPS, con l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che rappresenta il soggetto di riferimento cui rivolgersi.

Una donna in sala parto con marito ed infermiera
Cosa spetta alle mamme con partita IVA? – pourfemme.it

E per avere questa tutela, che riguarda tanto il periodo della gravidanza quanto i primi mesi di vita (o di adozione od affido di minore, n.d.r.), oltre ad avere l’iscrizione alla Gestione Separata Inps è necessario anche:

  1. non essere in pensione;
  2. non detenere alcun altro tipo di assicurazione obbligatoria per la maternità
  3. avere versato un minimo di contributi pari ad un mese alla Gestione Separata nei 12 mesi prima del periodo di maternità o di paternità.

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L’indennità in questione è comunque da ritenersi legittima in virtù del principio della automaticità delle prestazioni, nel caso di collaboratori i cui committenti non abbiano versato i contributi dovuti. Cosa che non si applica invece ai liberi professionisti senza un committente: in tale situazione, sono loro a dovere provvedere ai loro stessi versamenti, ovviamente.

Dei soldi in euro
Come funziona il congedo parentale per gli autonomi con Partita IVA? – pourfemme.it

L’INPS indica nei primi due mesi dalla data del parto e nei successivi tre mesi il periodo soggetto a questo bonus. Per un totale di cinque mesi, nel corso dei quali poi non è obbligatorio astenersi dalla propria attività lavorativa. Si può quindi comunque esercitare e ricevere la somma prevista. In caso di complicazioni della gravidanza invece ASL e Direzione territoriale del lavoro impongono uno stop e prevedono un prolungamento della maternità anche fino ai primi sette mesi di vita del bimbo.

Coloro che hanno ottenuto meno di 9.456,53 euro nell’anno precedente a quello della maternità possono richiedere pure una indennità di maternità per altri tre mesi successivi alla stessa. La maternità può scattare anche un mese prima di partorire, a discrezione della futura neomamma. E durerà comunque cinque mesi, in questo caso fino al quarto successivo alla nascita del bambino.

Come fare domanda

Per quanto riguarda il congedo di paternità, la stessa scatta solo se la mamma non ne può usufruire per gravi motivi, o se il neonato viene affidato solamente al padre. Non c’è pure in questo caso l’obbligo di interrompere temporaneamente il lavoro, e c’è diritto ad altri tre mesi di indennità se l’anno prima della paternità ha avuto un reddito di 9.456,53 euro per il 2025.

L’INPS prevede una indennità all’80% di 1/365 di quello che è il reddito utile per contributi. La stessa viene trasmessa tramite bonifico su un apposito conto corrente indicato da chi ha fatto domanda. Dopo un anno dal termine del periodo indennizzabile decade infine il diritto all’indennità si “perde” dopo un anno dalla fine del periodo indennizzabile.

La domanda per questo bonus può essere inoltrata accedendo al sito web ufficiale dell’INPS mediante le proprie credenziali SPID, CIE o CNS. Ed è sempre meglio farlo prima dei due mesi o del mese che precedono il parto, allegando anche il certificato medico di gravidanza. E va segnata la data di nascita del neonato entro i successivi trenta giorni dalla sua venuta al mondo.

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