Le donne sono più intelligenti degli uomini, la scienza conferma

Secondo uno studio neozelandese che si è basato sugli esiti dei test IQ, le donne di oggi sono non solo molto più intelligenti di 100 anni fa, ma soprattutto più degli uomini…

Le donne sono più intelligenti degli uomini, la scienza conferma

Le donne sono più intelligenti degli uomini? Dall’alba dell’umanità questa domanda è rimasta sospesa come un punto interrogativo invisibile tra i due sessi, ma solo ultimamente la risposta (se una risposta univoca e sensata esiste) ha cominciato a ad assumere una colorazione più rosea. Per millenni, noi siamo state il “sesso debole”, e non solo fisicamente. Quelle con meno sale in zucca, insomma, buone per sfornare figli, tenere la casa in ordine e far da mangiare come perfette massaie, e stare zitte. In epoche meno oscure gli uomini hanno goduto, certo, anche della nostra creatività e dei nostri multiformi talenti (ma mai ingegni), nella poesia, nel canto, nella letteratura, nella musica.

Ma nelle questioni di rilievo, che non fossero la bassa economia domestica, nelle materie più “robuste” che avessero a che fare con la finanza, con gli studi al altissimo livello, con la politica e il governo di un Paese, solo raramente le donne hanno potuto accedere a ruoli importanti, e spesso per puro caso. Si pensi all’Inghilterra, le sue epoche auree sono sempre state quelle in cui a governare era una donna (e che donne! Da Elisabetta I all’imperatrice Vittoria fino all’attuale Elisabetta II) e non è certo l’unico caso. Ora come ora, in molte regioni del mondo ci sono donne alla guida di nazioni, dal premio Nobel Aung San Suu Kyi fino a Dilma Yussef in Brasile.

Una donna ha guidato il team di fisici italiani che al Cern di Ginevra sono finalmente venuti a capo di quel gran mistero che era il bosone di Higgs, la “particella di Dio”, una donna è alla guida del Fondo monetario Internazionale, Christine Lagarde, e infine una donna è la leader del principale movimento sindacale italiano, Susanna Camusso. Esempi nobili che ci confortano, ma che ci fanno sempre pensare: perché aspettare così tanto, perché deve sempre essere così dura, per noi? Sembrerebbe elementare, dal momento che, in realtà, l’intelligenza, l’abilità, così come l’estro, il talento artistico o la predisposizione letteraria di sesso non ne hanno, appartengono, semplicemente, al genere umano.

Ma forse, noi donne qualcosa in più degli uomini ce l’abbiamo davvero, qualcosa che ci contraddistingue in questo mondo “liquido” che cambia forma in continuazione: la capacità di adattamento. In questo, pare, siamo migliori degli uomini e per questo, dicono, il nostro cervello si è evoluto meglio del loro. A stabilirlo è il classico (e contestato, andrebbe detto), Test IQ, che stabilisce il quoziente intellettivo di ogni persona. La sua intelligenza, insomma. La media è pari a 100, al di sopra si è molto intelligenti, al di sotto… non tanto intelligenti.

Le variabili sono tantissime, ma stando agli esiti di una revisione che è stata condotta di recente da uno dei più grandi esperti di QI, lo psicologo neozelandese James Flynn, rispetto ai test di un secolo fa, la media femminile non solo è molto aumentata, ma soprattutto sopravanza ormai quella maschile. Sentite come spiega la cosa il professore: “La vita più complessa sfida il nostro cervello che si adatta e aumenta le nostre capacità. E quello delle donne è cresciuto più in fretta. Stressate da famiglia e carriera, hanno sviluppato la capacità di pensare e fare più cose contemporaneamente”.

E’ la la famosa capacità multi-tasking che, comunque, non è certo un traguardo a cui aspirare, dal momento che in generale, anche se si è in grado di accudire più cose contemporaneamente, è sempre meglio svolgere con calma e competenza un compito alla volta. Ma ci sono altre ovvie spiegazioni per questo “sorpasso”, la prima è che obiettivamente le donne erano svantaggiate sotto il punto di vista dello stimolo intellettuale, studiavano di meno, avevano meno opportunità di scambi e di contatti, la loro naturale ambizione veniva confinata al matrimonio, finendo per renderle creature insoddisfatte, litigiose e spesso fastidiose per sé e per gli altri.

Usiamo, ora che possiamo, tutta la nostra intelligenza, la nostra capacità di adattamento, le nostre competenze, per difendere non solo il nostro sesso, ma tutti gli esseri umani che sono a loro volta discriminati, svalutati, non considerati, la cui intelligenza è umiliata o semplicemente privata di qualunque opportunità di espressione. Usiamo la nostra intelligenza per stimolarne altra, a partire da coloro che ci stanno intorno, è il meglio che possiamo fare.

Parole di Paola Perria