Di Lucrezio.Bove | 23 Dicembre 2010

Mangiare bene allunga la vita, perché permette di prevenire le prime due cause di morte prematura: il tumore e le malattie cardiovascolari. Ma cosa significa mangiare bene? Quali alimenti bisogna prediligere? Sono queste le domande che hanno indotto i ricercatori del dipartimento di nutrizione e scienze degli alimenti dell’università del Maryland (Usa) ad analizzare i dati relativi alle abitudini alimentari di oltre 2.500 anziani di età compresa tra i 70 e i 79 anni.
I ricercatori hanno seguito gli anziani per un periodo di oltre dieci anni, mettendo a confronto le loro abitudini a tavola con il tasso di mortalità registrato nel periodo di riferimento. In questo modo, il team di studiosi è riuscito a determinare quali regimi alimentarisono correlati a un numero maggiore di decessi e quali, al contrario, permettono di vivere bene e più a lungo.
Indipendentemente da tutti gli altri fattori (genere, età, consumo di alcol, fumo etc.), è stato riscontrato che un consumo regolare di prodotti lattiero-caseari ad alto contenuto di grassi arreca un rischio di mortalità superiore del 40%. Tra gli anziani che mangiavano dolci in abbondanza, invece, il rischio era più alto di circa il 37%. Non sono invece state rilevate importanti variazioni del tasso di mortalità in quegli anziani che consumavano regolarmente cibi generalmente considerati “sani”, come la frutta, la verdura , il pesce e i cereali .
“I risultati di questo studio suggeriscono che gli anziani che seguono un regime alimentare coerente con le attuali linee guida e consumano dunque quantità relativamente elevate di verdure, frutta, cereali integrali, latticini a basso contenuto di grassi, pollame e pesce, possono avere un minor rischio di mortalità. Poiché una notevole percentuale di anziani in questo studio ha seguito il modello alimentare ‘cibi sani’, l’adesione a questa dieta appare una raccomandazione fattibile e realistica per una maggiore sopravvivenza e una migliore qualità della vita, nella crescente popolazione anziana” parole del dott. Amy Anderson, coordinatore della ricerca.
Parole di Lucrezio.Bove