Il governo olandese sta valutando l'eutanasia a domicilio

Eutanasia. Mentre nel nostro paese è ancora alto il dibattito sulla sua necessità ed eticità, in Olanda si stanno sviluppando proposte alternative e risolutive rispetto ai medici obiettori: cliniche specializzate come in Svizzera o addirittura team mobili a domicilio.

Il governo olandese sta valutando l’eutanasia a domicilio

Il ministro della salute olandese Edith Schippers nei giorni scorsi durante un dibattito parlamentare sull’eutanasia ha rivelato alcune proposte allo studio circa l’utilizzo di equipe mobili per la somministrazione della “dolce morte” nel domicilio delle persone. Il progetto ha ovviamente alimentato numerose polemiche, riaccendendo gli animi soprattutto di chi l’eutanasia in Olanda (dove è permessa dalla legge) non l’ha mai voluta. E’ chiaro che la questione ha varcato i confini nazionali per il suo aspetto etico. Ma veniamo ai dettagli.

Le unità mobili saranno chiamate in quei casi in cui i medici curanti , spesso specialisti in oncologia che si trovano di fronte a persone con un tumore incurabile, rifiutano di somministrare farmaci letali: prevedono la presenza di infermieri e medici provenienti da cliniche specializzate a cui i pazienti o i familiari di questi potranno fare richiesta. Queste unità mobili sono state fortemente richieste e promosse da alcuni gruppi favorevoli all’eutanasia, che ne vorrebbero ampliare i già vasti criteri di applicabilità e creare nuove strutture apposite per l’eutanasia sul modello della Dignitas svizzera.
 
I sostenitori di questa posizione ritengono che l’80 per cento delle persone affette da Alzheimer ed altre forme di demenza o malattie mentali vengono escluse dall’attuale legge sull’eutanasia nel Paese, mentre invece potrebbero “trovarne giovamento” per ovviare a “sofferenze insopportabili e durature”. I parlamentari dell’Unione cristiana si sono duramente opposti con una interrogazione al ministro della salute che ha risposto con dovuta tranquillità che il fatto era degno di considerazione: “se il paziente ritiene opportuno, potrà fare riferimento al proprio medico o in alternativa ad un team mobile o una clinica”.