Ictus, 7 campanelli d'allarme da non sottovalutare mai

Ictus, 7 campanelli d’allarme da non sottovalutare mai

Ictus, 7 sintomi: fai attenzione - Pourfemme.it

L’idea di essere colpiti da un ictus fa paura, soprattutto perché a volte gli effetti possono risultare perenni, al punto tale da non riuscire a tornare alla vita di prima. 

La medicina ha fatto passi da gigante negli ultimi tempi, rendendo guaribili malattie che prima non lo erano, a maggior ragione se ci si sottopone a controlli periodici che consentono di arrivare a una diagnosi precoce. Nonostante questo, ci sono patologie che continuano ancora oggi a fare paura nel momento vengono diagnosticate, come è il caso dell’ictus. Nel momento in cui questo si verifica non si possono infatti avere certezze sulle conseguenze che può generare, è necessario sempre attendere un po’ prima di avere certezze.

Nella maggior parte dei casi si tratta di un problema che colpisce soprattutto le persone non più giovanissime, in modo particolare dai 65 anni in su (soprattutto giovani), ma non possono essere esclusi del tutto i casi che riguardano persone più giovani. I numeri possono dare un’idea ben precisa del fenomeno: è ancora oggi la terza causa di decesso dopo le malattie cardiovascolari e i tumori.

Ictus: intervenire in tempo è importante

Si tende a pensare che l’ictus possa essere un evento che può accadere improvvisamente, quasi senza rendersi conto, ma se questo accade non resta che sperare che tutto proceda per il meglio. In realtà, si tratta di una condizione da non sottovalutare, visto che si verifica quando i rifornimenti di sangue al cervello si riducono o si interrompono completamente, ma che può essere percepita prima che il paziente possa arrivare a perdere conoscenza.

La gravità delle conseguenze può variare comunque a seconda della condizione. Il più diffuso è l’ictus ischemico e si verifica quando si restringe o si chiude del tutto un vaso arterioso cerebrale. Il più pericoloso è invece l’ictus emorragico, che si genera quando si riempie un’arteria del cervello, proprio per questo i danni possono essere irreversibili, in alcuni casi può esserci la morte.

Ictus attacco

Ictus, 7 campanelli d’allarme – Pourfemme.it

È bene contattare subito il medico se si riscontrano sintomi che a prima vista potrebbero essere riconducibili ad altro, ma che possono essere tra i segnali anticipatori dell’ictus. Tra questi possiamo segnalare la bocca storta, diplopia (visione doppia), formicolio, disartria ovvero difficoltà nell’articolare in maniera corretta le parole, mal di testa e atassia, ovvero mancanza di coordinazione. A volte segnalare il prima possibile il problema contattando un’ambulanza può rivelarsi davvero provvidenziale.

I soggetti più a rischio e le cure

A livello statistico ci sono delle condizioni che possono mettere maggiormente a rischio di incorrere in un ictus, è bene conoscerle in modo tale da poter agire con maggiore cautela nella propria quotidianità. Si tratta di un problema in cui possono incorrere soprattutto soggetti che soffrono di alcune patologie, tra cui diabete, ipertensione, ‘ipercolesterolemia, obesità e sovrappeso.

È bene anche ridurre al minimo alcuni vizi tutt’altro che positivi, quali fumo, consumo di alcol e uso di droghe. Il numero maggiore di casi riguarda soggetti di sesso maschile, l’appartenenza alla popolazione africana, asiatica e caraibica, la familiarità con alcune malattie e con il cosiddetto TIA, ovvero l’attacco ischemico transitorio, oltre all’età avanzata.

Se si riesce a intervenire in tempo, i medici potrebbero prescrivere farmaci antitrombotici  e anticoagulanti. Spesso, però, non sipuò prescindere dall’intervento chirurgico, che serve per liberare i vasi sanguigni ostruiti, oltre che per evacuare il sangue in eccesso.

Parole di Ilaria Macchi