I contraccettivi femminili: quanti e quali sono

Contraccezione al femminile: i metodi più frequenti e le ultime innovazioni a disposizione del controllo delle nascite. Per tutte le donne a qualunque età.

I contraccettivi femminili: quanti e quali sono

 
I contraccettivi femminili rappresentano la maggior parte della categoria. In effetti la sessualità è una cosa che si vive in due, ma la maternità, la gravidanza,o solo l’ansia di questa possono sconvolgere pienamente solo la vita di una donna. Anche il compagno più premuroso o il papà più attento potrebbero non avere cambiamenti sostanziali nel loro modo di vivere. Figuriamoci quando poi “non si sente pronto”. Per questo la donna deve auto-responsabilizzarsi, onde evitare gravidanze indesiderate. Ed ecco cosa c’è a disposizione per lei.

Oltre i metodi naturali di cui abbimo già parlato, un ruolo importante lo gioca la pillola anticoncezionale che in questi giorni ha compiuto 50 anni: è approdata negli Usa il 9 maggio 1960. Da qui numerosi successi è cambiamenti. L’80% delle italiane è convinta di aver migliorato la propria vita sessuale grazie a questo contraccettivo, che rimane tra i più sicuri. Nuove formulazioni hanno permesso un utilizzo allargato a tutte le età riducendo i tradizionali rischi correlati: l’ultima nata, Klaira, la pillola-bio, è adatta anche alle over 50! Non solo. Sono nati altri sistemi ormonali, di due tipi: endovaginali e transdermici.
 
Nel primo caso parliamo di anelli flessibili e trasparenti, inseribili autonomamente in vagina, in grado di rilasciare lentamente l’etogestrel (progestinico) e l’etinilestradiolo (estrogeno). Piccole quantità di questi due ormoni vengono rilasciate lentamente nel circolo sanguigno e per tale motivo possono essere considerati contraccettivi a basso dosaggio.
 
Con i transdermici invece intendiamo i già famosi cerotti, flessibili, quadrati e beige che rilasciano in modo costante altrettanti ormoni sessuali femminili: l’etinilestradiolo (estrogeno) e la norelgestromina (progestinico). Anche in questo caso il dosaggio è definito basso. Si cambiano ogni 7 giorni per tre volte e poi si attua la pausa di una settimana.
 
Ci sono poi gli ormoni progestinici: la minipillola che contiene solo un progestinico, non vuole pausa tra una confezione e l’altra e la sua assunzione è sempre quotidiana. Non è efficace come la pillola tradizionale e si usa per lo più durante l’allattamento. Ogni tre mesi invece è possibile l’iniezione di un progestinico a lunga durata. E’ molto efficace, ma ha pesanti effetti collaterali (acne, depressione, aumento di peso, irregolarità del ciclo anche dopo molti mesi).
 
Passando ai contraccettivi meccanici troviamo il diaframma: una coppa in lattice con un bordo metallico flessibile. Va prescritta dal medico e va inserita prima dei rapporti sessuali a barriera del collo dell’utero. Perdura anche l’utilizzo della spirale, dispositivo intrauterino (IUD) che viene inserito dal ginecologo. E’ ben tollerato, la sua azione contraccettiva è immediata e dura anche 5 anni. Ha effetti collaterali importanti (infezioni ricorrenti, amenorrea perforazione uterina), la si consiglia a donne adulte e che hanno già avuto gravidanze.
 
Infine il metodo più drastico, la legatura delle tube, ovvero la sterilizzazione. Non ha effetti collaterali ed avviene attraverso interventi chirurgici. La reversibilità è possibile, ma di complicata realizzazione.
 
L’ultimissima acquisizione: il profilattico al femminile. Si chiama Femidom, ed oltre a proteggere dalle gravidanze indesiderate, fornisce alla donna una preziosa barriera contro le malattie sessualmente trasmesse. Come il tradizionale profilattico, ma al contrario fodera la vagina, anzichè ricorire il pene. Alle donne non rimane che la scelta.
 
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media.panorama.it