Dopo quanti giorni di lavoro si ha diritto alla Naspi: non è come tutti pensano, necessaria una precisazione

Dopo quanti giorni di lavoro si ha diritto alla Naspi: non è come tutti pensano, necessaria una precisazione

Dopo quanti giorni di lavoro si ha diritto alla Naspi-Pourfemme.it

La Naspi è l’assegno di disoccupazione che spetta a chi viene licenziato, dopo un periodo di lavoro: ecco tutto quello che c’è da sapere.

Perdere il lavoro può essere senza dubbio una delle cose più brutte che possano mai accadere e per questo motivo che la Naspi è uno strumento essenziale. Il licenziamento improvviso oppure la perdita del lavoro per motivi oggettivi possono spingere le persone a sentirsi disperate, ma con questo piccolo aiuto si può sperare almeno di coprire una somma, ovvero quello che occorre quanto meno per le spese essenziali.

naspi quando si ha diritto

Dopo quanti giorni di lavoro si ha diritto alla Naspi-Pourfemme.it

La Naspi è una delle misure di sostegno economico, erogata dall’Inps, più importante che ci sia. I disoccupati, che si trovano improvvisamente senza lavoro, possono infatti richiederla e usufruire della somma economica per un determinato periodo di tempo. Ecco per tutto quello che bisogna sapere prima di richiederla.

Naspi, cos’è e come si chiede la misura economica per i disoccupati: tutto quello che c’è da sapere

Per avere diritto all’indennità di disoccupazione, ovvero la Naspi, bisogna aver lavorato per un numero di giorni minimo. Non tutti infatti possono richiedere la misura economica, ecco qualche precisazione in merito. Questo ammortizzatore sociale è riconosciuto a chi perde il lavoro per cause a lui non imputabili quindi non per chi si dimette, o almeno se non lo fa per una giusta causa.

NASPI INPS

Naspi, quanto spetta e come ottenerla (pourfemme.it)

Tuttavia un altro requisito riguarda il periodo di tempo che si è trascorso lavorando che deve essere almeno di 13 settimane di contribuzione. Ovviamente una settimana di contribuzione non è esattamente uguale a una settimana di lavoro. Questo innanzitutto è un requisito minimo infatti l’accredito pieno della Naspi scatta solo quando la retribuzione settimanale percepita è almeno pari al 40% del trattamento minimo di pensione.

Con la legge di Bilancio 2002 sono infatti cambiati diversi requisiti per accese alla Naspi. Nel 2023 per esempio il trattamento minimo è di 7.383,22 euro annui quindi solo se la contribuzione settimane è pari a 56,90 euro ci può essere il riconoscimento della misura. Difficile quindi, soprattuto per chi ha un lavoro part time, che le ore lavorate corrispondano esattamente alla contribuzione richiesta per poter accedere alla misura economica. Bisogna far fare bene i conti, rivolgendosi a un consulente del lavoro, un commercialista oppure un Caf e patronato.

I periodi di lavoro si possono comunque cumulare quindi se per un mese si lavora qualche settimana e poi si perde il lavoro, ma dopo qualche mese accade la stessa cosa arrivando così a totalizzare le 13 settimane contributive, allora è possibile fare richiesta di Naspi. I due periodi di lavoro si cumulano affinché si arrivi al requisito minimo per poter inoltrare la richiesta.

Parole di Fabiana Coppola