Di Valentina Morosini | 31 Gennaio 2012
Non è facile rispettare una dieta sana, quando la voglia di cucinare è poca. Gli italiani, infatti, non dimostrano di avere grandi affinità con i fornelli: sono in molti ad acquistare piatti pronti, precotti o take away. Questa tendenza è stata dimostrata dall’incremento delle imprese che producono questo tipo di cibo (nel 2011 si è registrato un più 7 percento). Lo sostiene un’indagine elaborata della Camera di commercio di Milano. Ma scopriamo qualcosa in più.
Chi al supermercato non ha mai acquistato un piatto di lasagne pronte? Gli gnocchi alla romana? Poi ci sono tutte le paste già confezionate, gli arrosti freddi e le tartine. Per elencare tutti prodotti ci vorrebbero intere giornate, ma non c’è consumatore con non si sia fatto tentare almeno una volta. A questo dobbiamo aggiungere il famoso take away: dalla pizza alla gastronomia, al ristorante cinese che fa consegne a domicilio.
Nelle grandi città, come Milano, questo modello funziona molto con l’etnico e con il sushi (molto consumato anche in pausa pranzo). Sono numerosi, inoltre, i produttori di pane e prodotti di pasticceria e i produttori di paste alimentari e cous cous.
Ora ciò non vuol dire mangiare male in assoluto, certo questa premessa non ci può far sperare. Un conto è usufruire di queste soluzioni una volta o due a settimana e un conto è basare su questi servizi l’intera alimentazione. Il problema principale, tra l’altro, è che non si sa cosa si stia realmente mangiando: non si possono calcolare le calorie, non si conoscono le materie prime e comunque si tende a fare il pieno di grassi, senza poi poterli consumare.
Parole di Valentina Morosini