Gestire un rapporto di coppia per anni non è mai semplice, il rischio di essere condizionati dalla noia o da fattori esterni, come i parenti che tendono a intromettersi, è dietro l’angolo. In genere sarebbe raccomandabile non lasciarsi andare alla prima difficoltà, anche se risulta essere comunque sbagliato pensare di restare insieme pensando che questo sia l’ideale per i figli. Fare assistere i bambini a continui litigi e malumori non è mai una cosa positiva. È anche per questo che divorziare può essere, paradossalmente, un bene per tutte le parti in causa, cercando comunque di mettere in un angolo sentimenti di rivalsa che possono nascere in casi simili.
Troppo spesso, però, si tende a restare insieme per timore delle lungaggini burocratiche che si teme di dover sopportare, oltre che per le spese che si devono sostenere nelle pratiche legali. Fortunatamente la situazione è cambiata, la procedura è più semplice e può essere indolore o quasi.
Divorziare in tempi rapidi è ora possibile
Fino a qualche tempo fa era quasi consuetudine mettere in conto procedure lunghissime ed estenuanti per riuscire a divorziare, cosa che non poteva che rivelarsi pesante sia sul piano psicologico sia su quello economico. È anche per questo che tanti finivano poi per rinunciare, portando avanti un rapporto che non aveva ormai più molta ragione di esistere o diventando quelli che vengono definiti “separati in casa”.
La situazione è fortunatamente cambiata, con buona pace di chi sta meditando da tempo questo passo e non si è ancora mosso in modo concreto. A partire da maggio 2015 è infatti in vigore in Italia la legge n 55/2015, che ha rappresentato una vera e propria svolta per il nostro Paese, modificando la precedente normativa sul divorzio, che era stata introdotta addirittura nel 1970. Grazie a questo provvedimento è ora possibile optare per quello che viene definito “divorzio breve”, che permette ai coniugi di chiudere la loro unione in via definitiva grazie a un iter burocratico decisamente più corto. Il risparmio è quindi duplice, sia in termini di costi sia in termini di tempo.
È però doveroso fare una precisazione importante, questa soluzione è consentita solo se la separazione avviene in modo consensuale, ovvero di comune intesa tra le due parti. I due coniugi devono quindi trovare prima un accordo sui diritti patrimoniali, oltre che sull’eventuale assegno di mantenimento che spetta a chi è più debole sul piano economico. Non è nemmeno necessario recarsi in Tribunale, basta usufruire della negoziazione assistita di un avvocato.
Chi decide di agire in questo modo deve semplicemente rivolgersi al proprio legale, che avrà il compito di redigere un accordo scritto cercando di soddisfare anche la controparte. Fatto questo, i due professionisti e marito e moglie dovranno sottoscrivere il documento, che sarà poi inviato al Comune in cui è stato celebrato il matrimonio. È necessario che questo sia poi trascritto in caso di matrimonio religioso o iscritto in caso di matrimonio civile.
Non ci sono vincoli di alcun tipo se si hanno figli maggiorenni, portatori di handicap o minorenni. In quest’ultimo caso è necessario che a vigilare sia il Pubblico Ministero, che avrà il compito di tutelare gli interessi dei minori coinvolti.