Biohacking, un trend sempre più diffuso: cosa sapere sui rischi

Biohacking, un trend sempre più diffuso: cosa sapere sui rischi

Biohacking: la tendenza di benessere che si sta facendo strada - pourfemme.it

Nato nella Silicon Valley ed in rapidissima espansione, il biohacking è una pratica che impiega strumenti e metodologie legate al campo biologico, al fine di potenziare le funzioni del corpo umano.

Si tratta di una singolare tendenza nell’ambito del benessere che, come percepiamo dal punto di vista etimologico, deriva dalla fusione dei vocaboli “biologia” e “hacker”, suggerendo un’intenzione appunto di “modifica” del proprio patrimonio biologico e genetico.

Indica in sostanza elementi capaci di manipolare e apportare modifiche a sistemi o tecnologie esistenti per conseguire risultati alternativi o migliorati per una “gestione” attenta e consapevole dell’ambiente e dell’individuo stesso. Questo approccio si articola in diverse categorie, ciascuna rivolta a migliorare le funzioni del corpo umano e potenziare le performance fisiche e cognitive.

Le diverse categorie e approcci al biohacking

La biologia del corpo coinvolge ad esempio interventi e modifiche dirette sul proprio organismo. Qui, si sperimentano l’uso di integratori (che possono fornire nutrienti aggiuntivi o sostanze specifiche per sostenere funzioni corporee vitali) e l’assunzione di sostanze nootropiche (composti che potenzialmente migliorano la funzione cognitiva, come la memoria o la concentrazione).

Le diverse tipologie di biohacking

Le diverse tipologie di biohacking – pourfemme.it

Proseguendo, sono previsti il monitoraggio dei parametri fisiologici, che può comprendere l’uso di dispositivi indossabili o applicazioni per tenere traccia di aspetti come il battito cardiaco, la pressione arteriosa, il sonno e altro ancora. Infine, adottare cambiamenti nel proprio stile di vita, come praticare attività fisica regolare, seguire una dieta bilanciata e adottare abitudini salutari per promuovere una migliore condizione fisica e benessere generale.

Il biohacking genetico, ancora in fase emergente e con importanti sfide etiche, prevede invece la manipolazione del patrimonio genetico. Tecnologie all’avanguardia di editing del DNA come il CRISPR-Cas9 consentono ai ricercatori di sperimentare con modifiche genetiche, ad esempio per curare malattie ereditarie o migliorare caratteristiche fisiche specifiche.

Con il biohacking digitale, invece, ci si avvale di applicazioni, software e dispositivi per monitorare e ottimizzare la salute e le prestazioni. Questi strumenti consentono di tracciare parametri come l’attività fisica, la dieta, i livelli di sonno e altri aspetti fisiologici, in modo da individuare aree in cui apportare miglioramenti. Infine, il biohacking della nutrizione si concentra sull’utilizzo di diete personalizzate, integratori alimentari e altre strategie nutrizionali per migliorare la salute, aumentare l’energia e potenziare la capacità cognitiva.

Biohacking: quali sono i rischi

Capiamo dunque bene come il biohacking sia molto più di una semplice tecnica o metodologia. Rappresenta una “modalità progressista, futuristica, quasi fantascientifica, di pensare ed agire” verso la comprensione e la trasformazione della nostra biologia e delle potenzialità umane.

È importante notare e comprendere dunque che, essendo il biohacking un campo molto diversificato ed in continua evoluzione, ci sono varie opinioni riguardo alla sua sicurezza, etica e legalità. Se in alcuni casi vi è realmente un’azione responsabile alla cui base si trova una vera ricerca di miglioramenti effettivi e reali, in tanti altri potremmo ritrovare approcci rischiosi o non comprovati che potrebbero essere dannosi per la salute.

Il biohacking, specialmente quando praticato da persone coinvolte in situazioni disperate, può portare a soluzioni rischiose. È comprensibile che, se si è malati o si soffre costantemente, o se si è anziani e si teme la morte, si cerchi una soluzione alternativa. Tuttavia, alcuni di questi rimedi possono essere così pericolosi da non valerne assolutamente il rischio.

Quali sono i rischi del biohacking

Quali sono i rischi del biohacking – pourfemme.it

Pertanto è sempre importante considerare attentamente i potenziali rischi e consultare professionisti qualificati prima di intraprendere qualsiasi tentativo di biohacking, in quanto se praticato senza la supervisione adeguata e senza basi scientifiche solide e basandosi dunque esclusivamente su teorie o prove aneddotiche, potrebbe mancare di dati di studi clinici a lungo termine, e questo di certo renderebbe difficile valutarne l’efficacia e la sicurezza a lungo termine.

Alcuni esempi di pratiche rischiose sono il trapianto di sangue da donatori giovani ad anziani ed il trapianto fecale da un donatore sano nel tratto gastrointestinale di un ricevente malsano. Nonostante alcune teorie e studi limitati suggeriscano che queste trasfusioni possano avere effetti positivi su diverse malattie (come Alzheimer, Parkinson, malattie cardiache e sclerosi multipla per quanto concerne il trapianto del sangue, e disturbi come la disbiosi intestinale per il trasferimento di feci), non esistono prove concrete dell’efficacia di questa pratica.

Anzi, ci sono stati casi in cui persone hanno contratto gravi infezioni durante sperimentazioni chimiche, il che sottolinea un rischio ancora maggiore. Inoltre, il biohacking genetico solleva importanti questioni etiche riguardanti la manipolazione genetica e la modifica del DNA, con implicazioni morali e sociali significative che richiedono una rigorosa regolamentazione e discussione.

Ciò potrebbe infatti comportare sfide legali, in particolare quando il self-experimenting viola leggi o normative riguardanti l’uso di determinate sostanze o tecniche. Anche “banalmente” il monitoraggio dei parametri fisiologici tramite dispositivi digitali potrebbe portare a una falsa sicurezza riguardo alla salute, in quanto i risultati potrebbero essere interpretati erroneamente o non considerare altri importanti fattori di rischio.

In conclusione, il biohacking può essere un approccio interessante per ottimizzare la salute e le prestazioni umane, ma è essenziale procedere con cautela e basarsi su evidenze scientifiche solide. Un dialogo aperto tra scienziati, eticisti, e la società nel suo complesso è fondamentale per garantire che queste pratiche siano sicure, responsabili ed eticamente accettabili.