Di Lorena Campovisano | 15 Aprile 2024
È possibile ottenere fino a 650 euro al mese per chi usufruisce dell’Assegno Unico: vediamo in quali casi e come presentare l’istanza.
Com’è noto, per le famiglie con figli a carico è previsto l’Assegno Unico, un sostegno economico rivolto a lavoratori dipendenti, autonomi, disoccupati o pensionati. Tale misura è valida fino al compimento del 21esimo anno di età del figlio, ma nel caso di figli con disabilità non ha scadenza.
La condizione di disabilità deve essere verificata da medici e va distinta dai disturbi dell’apprendimento per i quali non sono previsti invece contributi economici specifici. La disabilità può essere definita come una condizione di svantaggio dovuta ad una menomazione fisica, psichica o sensoriale, che comporta difficoltà in ambito sociale. Il disturbo dell’apprendimento è circoscritto solamente al percorso scolastico.
In questo secondo caso, per un figlio minorenne l’aiuto previsto è l’indennità di frequenza che si può ottenere rivolgendosi all’Inps. Quest’ultimo procederà al riconoscimento della difficoltà persistente allo svolgimento dei compiti e delle funzioni proprie dell’età del soggetto. Una volta approvato il beneficio, le famiglie con reddito inferiore a 5.725,46 euro hanno diritto nel 2024 ad un bonus di 333,33 euro per 12 mesi.
Assegno Unico, aumenta l’importo: ecco in quali casi
Nel 2024, per chi beneficia dell’Assegno Unico si possono ottenere ben 650 euro al mese. Per capire come si arriva a questa cifra, bisogna tenere in considerazione prima di tutto che, a prescindere dall’Isee, per i figli minori l’Assegno Unico prevede:
- 119,60 euro per soggetti non autosufficienti
- 108,20 euro per soggetti con disabilità gravi
- 96,90 euro per coloro che sono affetti da disabilità media.
Inoltre, sappiamo che le famiglie con Isee inferiore a 17.090,61 euro e che hanno a carico figli minori, hanno diritto ad un sostegno di 199,40 euro. Di base, quindi, l’importo può essere di 319 euro a cui aggiungere circa 34 euro se entrambi i genitori hanno un reddito.
È tuttavia possibile che al figlio affetto da una disabilità venga riconosciuto anche un disturbo dell’apprendimento, ossia una “difficoltà persistente allo svolgimento dei compiti e delle funzioni proprie della sua età”. Se si verifica tale circostanza, alle somme menzionate prima vanno aggiunti i 333 euro dell’indennità di frequenza raggiungendo così la cifra di circa 650 euro.
Va precisato che il diritto all’indennità per disturbi dell’apprendimento è correlato alla frequenza di scuole pubbliche o private di qualunque ordine e grado (anche asili nido). E’ valido inoltre per:
- soggetti che frequentano centri di formazione o addestramento professionale pubblici o privati convenzionati, volti al loro reinserimento sociale.
- soggetti in cura presso centri specializzati, pubblici o privati convenzionati, dedicati alla loro riabilitazione e al loro recupero.
Parole di Lorena Campovisano