Ascanio Day: perché è diventato virale l'8 gennaio

Dal 2008 l’8 gennaio non è più un giorno come tanti: oggi è l’Ascanio Day. Ma cosa si nasconde dietro questa particolarissima “ricorrenza”? Ecco il motivo per cui questo giorno è diventato virale (e continua ad esserlo)

Ascanio Day: perché è diventato virale l’8 gennaio

Foto Shutterstock | Jack Frog

Correva l’anno 2008 quando un anonimo utente YouTube caricava sulla piattaforma di video sharing un filmato che cambiò la storia dell’8 gennaio. Scopriamo cos’è l’Ascanio Day, perché si celebra oggi e come mai continua ad essere così popolare.

Quando l’8 gennaio diventò l’Ascanio Day

La realtà dei fatti è che sia stato per puro caso che proprio l’8 gennaio diventasse l’Ascanio Day: in questo giorno 11 anni fa celestinocamicia pubblicò sul suo profilo YouTube un contenuto che ben presto diventò virale: la sua versione di Esce ma non mi rosica. Il video in questione altro non era che clip di una canzone di origini iraniane sottotitolata, niente di eccezionale se non fosse che celestinocamicia decise di “italianizzare” alcune delle parole del testo originariamente cantato in farsi.

“Ehi, lascia entrare Ascanio all’otto di gennaio”

Il risultato fu inaspettatamente esilarante per gli utenti del web, che apprezzarono in particolare un passaggio, divenuto celebre: “Ehi, lascia entrare Ascanio all’otto di gennaio“. Questo semplice gioco provocò un divertimento tale negli spettatori da trasformare per sempre il calendario come lo conoscevamo: da allora, infatti, l’8 gennaio è l’Ascanio Day.

Il successo dell’Ascanio Day, negli anni, ha fruttato al video originale quasi tre milioni di visualizzazioni (la maggior parte delle quali, possiamo immaginare, siano state accumulate proprio attorno all’8 gennaio). Esce ma non mi rosica divenne poi così popolare che il gruppo metal Nanowar Of Steel, solo tre anni fa, incise una cover metal della canzone di celestinocamicia.

La versione originale di “Esce ma non mi rosica

Il brano originale, del 1986, che nei progetti del suo autore, Shahram Shabpareh, avrebbe dovuto essere una ballad romantica, si intitolava Pariya. Shabpareh, tra l’altro, è uno dei cantanti rock più famosi dell’Iran, costretto a lasciare il suo Paese dopo la rivoluzione islamica. 

Parole di Elena Pavin