Aneurisma: sintomi, diagnosi e cure

Aneurisma, qualche informazione sui sintomi e le cure per conoscere e riconoscere questo problema che può avere conseguenze gravi.

Aneurisma: sintomi, diagnosi e cure

Aneurisma, un disturbo serio e spesso subdolo, che non a caso negli Stati Uniti si è meritato l’appellativo di “silent killer”, cioè killer silenzioso. Una malattia temutissima che si può, in certi casi, prevenire con successo. Ma cerchiamo di capirne e saperne di più, sui sintomi, la diagnosi e le cure più efficaci.

I sintomi e le caratteristiche

Con il termine aneurisma si intende una dilatazione progressiva di un tratto di arteria a causa di un’alterazione delle sue pareti. Se in condizioni normali le pareti delle arterie sono composte da tessuto elastico, in grado di espandersi in base alle situazioni, in caso di malattia parte del tessuto diventa fibrotico, cioè non in grado di cambiare calibro se necessario; per questo il vaso rischia di rompersi. L’aneurisma più frequente e più serio è quello che colpisce l’aorta addominale, con oltre 700.000 persone colpite in Europa e 220.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno.

I sintomi spesso non ci sono. O, almeno, non si fanno riconoscere. Infatti, il tratto di arteria malato tende a compromettersi progressivamente, in modo silenzioso e senza creare disturbi, fino a quando viene scoperto per caso. In alcuni casi, può anche rimanere silente per tutta la vita e non venire mai scoperto. In una minoranza di casi, invece, si manifestano alcuni sintomi caratteristici, soprattutto in caso di aneurisma all’aorta addominale: la presenza di un dolore costante e indipendente dal movimento all’addome o alla schiena, una massa addominale pulsante e la comparsa di ipotensione. Da considerare campanelli d’allarme ancora più preoccupanti se il dolore peggiora e si irradia a inguine, glutei o gambe.

La diagnosi

Per intervenire tempestivamente, è fondamentale la diagnosi veloce e puntuale. Allo scopo, sono fondamentali i controlli regolari. Non a caso la Società Italiana di Chirurgia Vascolare (SICVE) invita tutti i soggetti over 50 e le persone che presentano uno o più fattori di rischio, come aterosclerosi, familiarità per aneurisma, ipertensione e fumo, a sottoporsi periodicamente un Ecocolordoppler dell’aorta addominale e a un Ecocolordoppler delle arterie degli arti inferiori. Due esami non invasivi molto simili alla tradizionale ecografia, che vengono utilizzati per analizzare la velocità e la direzione del flusso sanguigno e l’anatomia dei vasi di una zona, grazie all’utilizzo di una sonda a ultrasuoni.

Le cure

Se dagli esami si evidenzia la presenza di una dilatazione dell’arteria, non sempre è necessario intervenire. Se la dilatazione è contenuta, solitamente lo specialista opta per controlli regolari e modifiche dello stile di vita del soggetto interessato – no al fumo e sì a una dieta più equilibrata per esempio. Nel caso in cui, invece, la dilatazione ha superato i cinque centimetri o presenta alcune caratteristiche che la rendono più a rischio rottura, si consiglia di intervenire chirurgicamente.

Operazione chirurgica che può essere quella classica o quella mini-invasiva. Nella prima eventualità, dopo aver inciso l’arteria ammalata si sostituisce il tratto di vaso alterato. Mentre nel secondo caso, si interviene per via endovascolare: tramite una grossa arteria, per esempio del braccio o della gamba, si inserisce una protesi, posizionata e aperta dove c’è la dilatazione, isolando così l’aneurisma dal normale flusso sanguigno.

Parole di Camilla Buffoli