Al via la seconda stagione di Casa Baio su Food Network: intervista a Manuele Baiocchini

Abbiamo intervistato Manuele Baiocchini, che con Casa Baio ci ha divertito e soprattutto stuzzicato l'appetito con le sue ricette super gustose. Ci siamo fatti raccontare qualche cosa in più su di lui!

Al via la seconda stagione di Casa Baio su Food Network: intervista a Manuele Baiocchini

Foto Francesco Grigolini

L’arte della cucina è prima di tutto un piacere, e preparare i piatti per la propria famiglia e le persone care è un vero e proprio atto d’amore. Lo sa bene Manuele Baiocchini, volto noto del giornalismo sportivo di Sky. 

Amante del calcio e della cucina, ha saputo mixare questi due aspetti dando vita a una rubrica seguitissima sul portale Buttalapasta, Casa Baio, dove ci ha raccontato moltissime ricette in modo particolare e divertente, utilizzando il linguaggio tipico sportivo. Da poco il programma è sbarcato anche su Food Network.

Ci stiamo preparando quindi a una nuova stagione e non vediamo l’ora di saperne di più! Per questo motivo lo abbiamo intervistato per voi.

Ciao Manuele, presentati alle nostre lettrici e ai nostri lettori di Pourfemme!

In poche parole, nella vita di tutti i giorni sono un giornalista sportivo, lavoro in tv, ma nella vita privata oltre all’essere un papà ho anche una passione forte che è quella per la cucina. Cucino per la mia famiglia e per i miei amici con grande soddisfazione e con grande passione.

Chef Giornalista: ti chiamiamo così su Buttalapasta. Cosa cucini per le persone che ami?

Cucino un po’ di tutto, dall’antipasto al dolce, passando per primi, secondi e contorni…non c’è una specifica nella mia cucina. Se devo dare una preferenza visto che sono romano, la cucina romana e laziale è quella che propongo maggiormente, quindi tutti i primi piatti romani: amatriciana, carbonara, gricia, salti in bocca alla romana, polpette al sugo… 

I piatti romani mi danno quel qualcosa in più perché fanno parte di me, della mia storia, del mio DNA, di quando stavo a casa con mia mamma e mia nonna.

Chi è il tuo chef di riferimento? O meglio, la persona da cui hai imparato i segreti del mestiere

Sono un autodidatta, non ho mai preso lezioni di cucina, non mi sono mai messo a seguire qualcuno, mi documento ovunque su quella che è una ricetta che non conosco e che voglio andare a fare.

Se dovessi prendere come riferimento uno chef che mi ispira particolarmente, certamente direi Cannavacciuolo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, è una persona alla mano che si è fatta dal nulla, un po’ come me. Non aspiro a diventare come lui (non ci riuscirei neanche in 10 vite) ma è uno di quelli che se fa un piatto, lo vedo in televisione e mi ispira.

Ascolti da record per Casa Baio su Food Network: cosa cucinerai per noi nella seconda stagione?

Saranno 12 puntate, delle puntate tematiche, dove ci sarà ogni volta un vero e proprio menu che chi sta a casa può rifare: si va dal menu fitness per i palestrati, a quello strong per chi ama mangiare di gusto, dal menu picnic al menu a base di uova. Ci saranno tante ricette tematizzate per fare dei veri e propri menu completi.

Ti basi soltanto sulla cucina italiana o su altre cucine del mondo?

Mi diverto con la cucina estera: avevo iniziato con la cucina messicana perché è una di quelle che mi piace di più. Poi ho sperimentato altre cucine. Per esempio l’anno scorso abbiamo fatto Casa Baio versione europei, con le ricette dall’Europa per ogni partita.

Nella prossima stagione ci sarà una puntata che si chiamerà Orient Express con dei piatti asiatici.

Se dovessi creare un team di cucina, da quali calciatori sarebbe composta la tua brigata?

Sicuramente ci vuole uno di sostanza, uno che aiuta, che fa lavoro oscuro ma è il componente della brigata che ti fa fare il salto di qualità: Milinković-Savić che dà qualità e quantità.

Poi prenderei Modrić del Real Madrid perché è un organizzatore di gioco e quindi organizzerebbe la cucina nel migliore dei modi.

Fondamentale uno veloce, perché se avessi tante persone in sala avrei bisogno di preparare i piatti velocemente e bene, prenderei Mbappé del Paris Saint Germain.

Per ultimo scelgo Ibrahimović perché serve uno che dia le linee ben chiare e di condotta all’interno della brigata, quindi nessuno sgarrerebbe con Zlatan ai fornelli.

Parole di Francesca Secci