6 valide ragioni per non avere figli

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6 valide ragioni per non avere figli. Per alcuni riprodursi è un diktat esistenziale, per altri una seccatura, per la maggior parte un progetto a lungo termine, da rimandare a tempi migliori. In effetti, passando al vaglio pro e contro di una scelta tanto importante, non c’è da stupirsi se in molti decidono di astenersi. Causa i tempi che corrono, gli impegni professionali, il carico di responsabilità, lo stress e tante altre valide ragioni. Eccone 6 che vi convinceranno ad evitarli o a non farne altri. Perché chi l’ha detto che per essere donne bisogna per forza diventare mamme?!

La crisi economica

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Non è una novità, il periodo storico che stiamo vivendo fa davvero rabbrividire, specialmente se si pensa di mettere al mondo un figlio. Perché è vero che un tempo le famiglie, nonostante la povertà, erano più numerose, ma è altrettanto vero che morivano di fame e i bimbi lavoravano fin dalla tenera età. Un modello decisamente superato, per fortuna, che dovrebbe indurre perlomeno una riflessione sulle proprie capacità finanziarie. Basti pensare che mantenere un figlio fino alla maggiore età ha un costo approssimativo di 304.480 dollari!

Il maschilismo

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I movimenti femministi hanno certamente contribuito a migliorare la condizione della donna nella società, nonostante ciò sono ancora troppi i pregiudizi di genere e soprattutto gli aiuti concreti destinati alle mamme. Perché sono sempre le donne a doversi occupare dei pargoli, nei 9 mesi per ovvie ragioni fisiologiche, nei primi anni per consuetudine sociale. Un lavoro full time che non prevede busta paga né ferie. Per di più sottovalutato dallo Stato e dai mariti/conviventi, abituati nella maggior parte del mondo a lavarsene le mani con la scusa degli impegni professionali.

Il dolore del parto

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Si dice che il dolore del parto si dimentica presto, è vero solo in parte. Perché molto dipende dalla durata del travaglio, dall’intensità delle contrazioni, dalla disponibilità delle infermiere, dall’umore del momento, dalla sensibilità del compagno. Un cocktail che difficilmente riesce bene perché qualcosina va sempre nel verso sbagliato. Eh sì, tutto passa… ad eccezione del ricordo di quella sofferenza indescrivibile. Il dolore ci mette alla prova, forse ci fa anche crescere, ma è una scelta, non un obbligo.

Le loro prospettive future

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Riflettere sulla crisi economica comporta inevitabilmente una riflessione sulle prospettive a lungo termine per i figli. Nonostante le grandi conquiste della civiltà contemporanea, ci sono ancora tante problematiche che permeano la società, rendendola particolarmente pericolosa. E non c’è limite di età né di sesso perché i rischi riguardano grandi e piccini, uomini e donne. Si inizia a scuola dove imperversa il bullismo, poi si fanno i conti con la violenza di genere e via dicendo.

La rinuncia alla libertà

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Avere un figlio e peggio ancora, averne più di uno, comporta ovviamente spirito di sacrificio perché sono tante le rinunce da fare in nome del nuovo arrivato. Perdere preziose ore di sonno col rischio di mettere a seria prova il sistema nervoso, senza contare le ripercussioni estetiche sul volto con l’insorgere di occhiaie da mettere paura a uno zombie. E poi la rinuncia al tempo libero, alle vacanze e ai weekend romantici, alle uscite stravaganti, ai propri orari, al relax e in definitiva alla libertà.

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La rinuncia alla crescita professionale

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Ma se la rinuncia al tempo libero è nonostante tutto accettabile, d’altronde qualche compromesso bisogna pur farlo, più spinosa è la questione lavoro. Perché con l’arrivo di un figlio è inevitabile doversi ritagliare una pausa, almeno per un po’ di tempo. E anche dopo dovremo stargli vicini, assurdo pensare di abbandonarlo a se stesso, ai nonni, a un asilo privato o ad amici particolarmente disponibili, lui ha bisogno di noi più di qualunque altro. Ciò si riverserà inevitabilmente sulla professione perché i capi, specie se maschi, certe esigenze non le capiscono proprio!

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