Rottura delle acque: sintomi e quando andare in ospedale

Vediamo insieme cosa succede quando si rompono le acque e quali sono i passi necessari da compiere, soprattutto per le donne in attesa del primo figlio, spesso spaventate da questo momento.

Rottura delle acque: sintomi e quando andare in ospedale

La rottura delle acque è il momento che annuncia un imminente travaglio. Nella pancia infatti il piccolo è protetto dal sacco amniotico che contiene il liquido amniotico: si tratta di un ambiente completamente sterile che rimane bloccato dal collo dell’utero. Quando comincia il travaglio il collo dell’utero si allarga piano piano e questa tensione provoca lo scollamento delle membrane e la rottura del sacco. Quando si rompono le acque significa che il parto è imminente e bisogna immediatamente recarsi all’ospedale, anche se non ci sono le contrazioni: il motivo è che con la rottura del sacco il piccolo non è più in un ambiente sterile e i germi e i batteri potrebbero risalire dalla vagina aumentando così il rischio di infezioni.

Come accorgersi della rottura delle acque?

Spesso le future mammine, soprattutto alla prima gravidanza, hanno la paura di non riuscire a distinguere la rottura delle acque da normali perdite di urina o di liquido vaginale. In realtà la rottura del sacco ha dei sintomi ben precisi e provoca la fuoriuscita di liquido amniotico, caldo, inodore e incolore (in assenza di infezioni). Quando ci sono invece delle perdite discontinue di liquido o in presenza di gocciolamento, si dovrebbe indossare un assorbente per verificare quando e come si bagna. Se si bagna in modo regolare, senza che ci siano sforzi esterni o colpi di tosse, significa che è avvenuta la rottura del sacco. Assolutamente di diversa consistenza invece il tappo mucoso che si perde qualche settimana prima del parto e che non indica assolutamente l’inizio del travaglio: è infatti formato da muco di colore bruno, a volte venato di sangue.

Cosa succede dopo che si sono rotte le acque?

Una volta che sarete in ospedale, verrà eseguito un tampone vaginale per verificare l’assenza di infezioni. Se è avvenuta la rottura delle acque verrete trattenute in ospedale, in caso contrario invece potrete tornare a casa. Dopo la 37a settimana nella grande maggioranza dei casi il travaglio ha inizio spontaneamente nelle 24 ore successive alla rottura delle acque e se questo non avvenisse potrebbero essere usate delle sostanze per indurre il parto. Osservare attentamente il liquido amniotico è molto importante per scongiurare la presenza di infezioni che potrebbero essere trasmesse al bambino. In caso di febbre, liquido amniotico di colore verdastro, presenza di streptococco B il bambino dovrà nascere il più presto possibile. Potrebbe, in alcuni casi, anche verificarsi una rottura delle acque prematura, ovvero prima della 33esima settimana, e in questi casi è fondamentale recarsi in ospedale il più presto possibile. I medici tenteranno di posticipare il parto in modo che il piccolo abbia il tempo per prepararsi alla dilatazione dei polmoni e venire così al mondo in modo sicuro.