Ivan Cattaneo si confessa: 'A 13 anni in ospedale psichiatrico'

Le parole dell'ex gieffino hanno aperto un varco inaspettato sul suo passato: nessuno avrebbe mai immaginato che potesse aver subito tante sofferenze sin dalla tenera età. Il motivo? Ancora una volta, il pregiudizio...

Ivan Cattaneo si confessa: ‘A 13 anni in ospedale psichiatrico’

La vita di Ivan Cattaneo è tornata prepotentemente alla ribalta con la sua partecipazione al GF Vip 3. Questa volta, l’artista ha deciso di aprire le porte del suo dolore più intimo e inedito al grande pubblico, parlando della sua vera storia. Un momento molto delicato lo ha visto sull’orlo del precipizio, tra voglia di vivere la propria identità e l’incubo del pregiudizio.

Ivan Cattaneo svela il suo dolore

A Verissimo arriva un Ivan Cattaneo solare come sempre, frizzante e travolgente. Ma è anche un uomo che ha deciso di fare i conti con la sua verità, mettendola a nudo davanti a uno schermo.

La sua infanzia non è sempre stata facile, anzi: a 13 anni è finito in un ospedale psichiatrico. “Mi ero innamorato di un ragazzo, ma all’epoca avevo letto sui giornali che questi gay, definiti ‘mostri’, per innamorarsi e curare la loro imperfezione, dovevano diventare donne. Quindi, per avere questo ragazzo pensavo di dover diventare una donna, anche se non lo volevo, e sono andato a dirlo a mia mamma. Lei mi ha portato da un dottore e gli ha detto che ero gay”.

Inizia così l’intimo affondo nelle radici del suo dolore, davanti a una silenziosa e attenta Silvia Toffanin. “Purtroppo si è fidata di questo dottore e così mi hanno mandato in un ospedale psichiatrico, dove mi facevano dormire in continuazione e mi sedavano e basta. A un certo punto, quindi, ho capito che dovevo difendermi dal mondo perché nessuno mi avrebbe mai aiutato e ho deciso di dire che ero guarito, che stavo benissimo e non ho più affrontato il problema“.

Ma prima del suo debutto nel mondo dello spettacolo, Cattaneo ha attraversato un altro capitolo di una tortuosa esistenza: “In seminario sono entrato nel 1965. Mi sarebbe piaciuto diventare prete, più che altro era l’unica possibilità, non vedevo altre vie e poi i miei erano molto poveri e in seminario si poteva spendere di meno per tenere i ragazzi in collegio. Sono stato lì ma piangevo e non stavo bene: mi hanno mandato in seminario per non farmi avere nessun contatto col mondo. È stata una grande sofferenza, anche perché allora non si parlava tranquillamente di gay“.

Infine il grande vuoto della solitudine: “Avevo qualcuno che mi aspettava fuori dalla casa del GF, ma ho scoperto che si è innamorato di un’altra persona. Lui è bisex, ha conosciuto una ragazza e si è messo con lei. Io, però, sono felice che lui abbia trovato una persona e così mi sono messo in disparte come al solito. Era l’unico motivo che mi rendeva felice quando sono uscito dalla Casa del Grande Fratello, perché non volevo andarmene“.

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Parole di Giovanna Tedde