Gender pay Gap: da oggi fino a Capodanno le donne lavorano gratis

Secondo il “Gender pay Gap”, calcolato oltre che in denaro, in giorni e ore, da oggi fino a Capodanno le donne lavorano gratis. Scopriamo per quale motivo.

Il “gender pay gap” calcolato, oltre che in denaro, in giorni e ore, dimostra che gli stipendi femminili sono a tal punto inferiori rispetto a quelli degli uomini che è come se, da oggi fino a Capodanno, le donne lavorassero gratis. La differenza media fra i due stipendi è del 16,3 %, ovvero 59 giorni gratis a carico delle donne. E questo vale, secondo l’Ue, per l’Europa intera.

Nonostante si parli spesso di pari opportunità, la disparità economica fra uomini e donne rimane impressionante. A confermarlo la media europea del 16,3% che, tradotta in tempo, corrisponde a 59 giorni di lavoro “al femminile” gratuiti. A fare i conteggi è stata la Ue in occasione del cosiddetto “Equal Pay Day”, giorno dell’eguaglianza dei compensi. Tutto questo significa che ogni donna guadagna in media 84 centesimi per ogni euro intascato da un uomo. Ma secondo diversi osservatori, fra cui Istat, Isfol, Banca d’Italia, la statistica non è del tutto veritiera, visto che non considera alcuni dati dell’occupazione femminile italiana, che nel sud è inferiore al 50%.

Le discriminazioni dipendono da una serie di fattori: innanzitutto le donne tendono a rivestire incarichi meno prestigiosi dei maschi, la maternità viene considerata un rischio e un onere da evitare, per non parlare della famiglia, vero e proprio ostacolo per la carriera. In tale ottica, anche se lo stipendio dei due sessi è lo stesso, il tempo che una donna dedica al lavoro è inferiore, per ovvie necessità, rispetto a quello maschile, e questo comporta una minor disponibilità a fare straordinari e a dedicarsi al lavoro. Ma queste attività extra-aziendali ovviamente non vengono retribuite. Ed ecco perché molte donne non riescono a fare il salto di qualità fermandosi, per cause di forza maggiore, a ruoli di minor prestigio.

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Quale il rimedio? Prima di tutto un’organizzazione del lavoro basata sulla giustizia, per non parlare dell’equa suddivisione dei doveri familiari, che troppo spesso incombono solo sulle donne. E con l’avanzare dell’età le cose peggiorano, persino in paesi come la Finlandia: basti pensare che le donne over 60 percepiscono pensioni del 39% inferiori rispetto ai coetanei.

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