Le filastrocche sui fiori sono molto amate dai bambini di tutte le età: infatti i fiorellini e la natura sono tra i soggetti preferiti dai più piccoli, che sono sempre alla scoperta di nuove cose! Se è primavera, potete recitare queste poesie per bambine (e bambini) direttamente all’aperto, in un bel giardino o al parco, mostrando poi i fiori e le loro componenti: petali, stelo, foglioline e così via. Se, invece, il tempo è brutto nessun problema: siamo sicuri che risolleverete l’umore dei vostri bambini, e potrete sempre mostrare loro delle immagini. E se vi interessano le frasi in rima, leggete anche il nostro elenco completo di filastrocche: ce n’è davvero per tutti i gusti.
Filastrocca dei fiori
Fiori! Fiori! Fiori!
Cuori dei giardini
Fuori! Fuori! Fuori!
Gigli e ciclamini
Fuori tutti quanti!
Petali e corolle
Soffi soffocanti
Di profumo molle
Fuori dalla serra!
Dritti sullo stelo!
Dita della terra
Che carezzano il cielo.
I fiori, della 3B della scuola Collodi, San Pietro a Vico (Lucca)
La natura è molto bella e colorata
sembra proprio disegnata da una fata,
con la sua bacchetta magica ha spruzzato tanti colori
che hanno vestito tutti i fiori.
Se mi vorrai ascoltare,
i fiori ti voglio presentare:
c’è la bella margherita che con mille petali bianchi
fa ridere o piangere gli amanti.
Tra i fiori la rosa è la regina
ma attento a non bucarti con la sua spina;
nascosta fra la verde eretta
c’è la piccola violetta.
Tra tutti i fiori il tulipano è il più elegante, accanto alla violetta sembra un gigante.
Il girasole muove la sua bella testolina
sia di sera che di mattina.
Quando è primavera spunta la primulina
e ci si posa sopra la farfallina.
E adesso che i fiori sono stati presentati,
lasciateli vivere felici nei prati…
Il risveglio dei fiori, di M. Dandolo
Un bel mattino, ai primi dell’aprile,
un leprottino trepido e gentile
perlustrò la campagna, zolla a zolla
per ridestar dal sonno ogni corolla.
La pratolina, tutta bianca e rosa,
sollevò la faccina sonnacchiosa
e borbottò tra il sonno: “Chi mi desta?
Chi mi ha dato un colpetto sulla testa?”
Ma poi, vedendo splendere il bel sole,
si mise a dar la sveglia anche alle viole.
I giacinti, ricciuti e sbarazzini,
tornarono a fiorire nei giardini.
Gli anemoni leggiadri e gli asfodeli
fecero un bell’inchino sugli steli,
e in disparte, il vanesio tulipano,
si lustrò la corolla piano piano.
E tutti insieme, fiori e fiori e fiori
sciorinarono al sole i bei colori
era a vedersi una leggiadra schiera
simbolo eterno della primavera.
Fiore
Portatemi pure l’anello del re
Ma questo fioretto lo tengo per me
C’è forse nel mondo qualcuno che vide
Un fior di geranio che scotta, che ride
Macchiare d’un sangue più rosso e cocente
Di questo, una casa di povera gente?
C’è forse più fresco, più vago giardino
Di questo vasetto che vale un soldino
Che guarda la nuvola, aspetta l’uccello
Né siepe ha di spino, né chiuso il cancello?
In quale camino c’è dunque una brace
Più viva, più pronta a scaldare la pace?
C’è forse nel mondo, più ricco uno scrigno
Di questo vasetto di coccio rossigno
Un salvadanaio di tanti tesori
Che dà, come questo, a chi vuole, i suoi ori?
C’è forse altra grazia più vera e segreta
Che accenda pensieri, che ispiri il poeta?
Se spicco quel fuoco e lo metto all’occhiello
Il mondo mi guarda, diventa il più bello.
Portatemi pure lo scettro del re
Ma questo fioretto lo tengo per me.
Primule, di Ada Negri
Sbocciano al tenue sole
di marzo ed al tepor de’ primi venti,
folte, a mazzi, più larghe e più ridenti
de le viole.
Pei campi e su le rive,
a piè de’ tronchi, ovunque, aprono a bere
aria e luce anelando di piacere,
le bocche vive.
E son tutti esultanza
per esse i colli; ed io le colgo a piene
mani, mentre mi cantan per le vene
sangue e speranza.
Il biancospino, di M. Castoldi
Il biancospino è in fiore.
Della neve ha il colore.
Le brocche son gremite
di corolle infinite,
leggiadra nevicata
che non dilegua al sole,
ma cede a una ventata…
Per te ridon le aiuole
più chiare nel mattino
lucente biancospino.
La canzone delle viole, di Ida Alliaud
Piccine, azzurrine,
baciate dal sole,
noi siamo le dolci,
le prime viole.
Superbe non siamo,
non siamo curiose,
le tenere foglie
ci tengono ascose.
Con mite profumo,
con voce sommessa,
cantiamo del marzo
la dolce promessa.
Aggiornamento a cura di: Redazione Pour Femme