Donald Trump contro l'aborto: le donne che vi ricorrono andrebbero punite

Donald Trump si è dichiarato contro l'aborto: il candidato repubblicano ha infatti affermato che le donne che vi ricorrono andrebbero punite e purtroppo non è il solo. Sempre più obiettori negano l'assistenza.

Donald Trump contro l’aborto: le donne che vi ricorrono andrebbero punite

Donald Trump torna a far discutere per le sue dichiarazioni, questa volta contro l’aborto. Il candidato repubblicano ha infatti affermato che le donne che abortiscono andrebbero punite, per poi correggere il tiro colpevolizzando i medici che praticano l’interruzione di gravidanza. E intanto gli obiettori di coscienza, alle nostre latitudini, sono in aumento a tal punto che l’assistenza per chi abortisce è ridotta al minimo con gravi conseguenze per la salute.

Che Donald Trump sia uno che le spara grosse è risaputo ma questa volta ha davvero esagerato, invocando punizioni per le donne che abortiscono e per i medici che le aiutano. Un’affermazione grave, come ha commentato la stessa Hillary Clinton, giudicando il triste episodio “orribile e rivelatorio”. Ma in verità sono in molti a pensarla come il candidato repubblicano, a partire dagli obiettori di coscienza, sempre più numerosi anche in Italia.

Talmente numerosi che ormai la pratica dell’aborto, pur essendo tutelata dalla legge, viene ostacolata quotidianamente. Che l’interruzione di gravidanza sia una scelta da ponderare bene è cosa risaputa perché non può essere considerata alla stregua di un metodo contraccettivo, da prendere alla leggera a seconda del bisogno. Tuttavia chi decide di praticarla ha il diritto di essere seguito dal personale medico competente, onde evitare conseguenze gravi per la salute e la psiche. Senza contare che questa negligenza riporta in auge la vecchia piaga dell’aborto clandestino.

Ma tornando alle statistiche, sono moltissime le donne italiane che si trovano in difficoltà per la poca assistenza fornita dal personale medico, in gran parte composto da obiettori. E’ il caso, per esempio, di una ragazza che, costretta ad abortire a causa di una grave malattia del feto, si è trovata prima numerose porte in faccia, poi un ricovero da inferno. A causa della negligenza del personale, la ragazza ha abortito in bagno senza saperlo, i medici si sono limitati a intervenire in seguito alla chiamata del marito. Simile l’episodio di una donna costretta ad abortire in bagno dagli obiettori. Purtroppo non sono casi isolati: le donne che testimoniano di essere state abbandonate a se stesse sono moltissime, nonostante le strutture siano obbligate per legge a garantire assistenza continua in circostanze così delicate.

Parole di Laura De Rosa