Ogni mese, l’INPS elabora milioni di cedolini, con le pensioni nette e lorde, le trattenute, i rimborsi, le addizionali e gli eventuali bonus. E tutti i pensionati che ricevono meno di 1.000 euro di pensione possono ritirare l’importo dovuto in contanti presso gli uffici postali. Le Poste comunicano un calendario diviso in lettere, di solito di sette giorni. Ma si pongono due problemi.
Il primo: cosa succede se supera la soglia dei 1.000 euro? Se il cedolino, per via di rimborsi e bonus, rivela un importo superiore alle attese, come dovrà comportarsi il pensionato abituato a prelevare in contanti? E, poi, come deve comportarsi il pensionato se non riesce a ritirare la pensione nel giorno indicato dall’INPS?
Il famoso limite dei 1.000 euro sorge da una normativa antiriciclaggio e di trasparenza nei pagamenti pubblici. L’articolo 2, comma 4-ter, lettera c) del DL n. 138/2011 stabilisce che gli stipendi, le pensioni e i compensi superiori a 1.000 euro erogati da enti pubblici debbano essere pagati con strumenti tracciabili.
Quindi bonifico, libretto postale e carta prepagata con IBAN. Una legge del 2015 ha confermato l’obbligo. Poi c’è stata una modifica nel 2023 sul limite del contante, che è salito a 5.000 euro. Ma questa novità non ha cambiato nulla per i pensionati.
Pensione in contanti: quanti giorni può restare a disposizione delle Poste
Per le pensioni e le prestazioni INPS, infatti, si applica ancora il limite più restrittivo di 1.000 euro. Perché? Fondamentalmente, perché parliamo di pagamenti da pubblica amministrazione. Quindi non si scappa: per importi superiori ai 1.000 euro serve un conto corrente. Oppure c’è bisogno di un libretto postale o di una carta prepagata con IBAN. E in assenza di coordinate bancarie, il pagamento viene trattenuto fino alla regolarizzazione da parte del pensionato.

Chi non riesce poi a ritirare la pensione in contanti nel giorno prefissato non deve andare nel panico. La normativa dice che ha tempo fino a sessanta giorni per farlo presso l’ufficio postale. Quindi, pur avendo saltato il giorno assegnato dal calendario alfabetico, è possibile aver i soldi in contanti. E non serve nemmeno una comunicazione preventiva per il ritardo. Il vero problema si presenta se i soldi vengono “dimenticati” alle Poste per più di due mesi.
In quel caso, infatti, la pensione per legge va restituita all’INPS. Dunque, il pensionato deve contattare l’istituto di previdenza per riaverla e aspettare che gli venga inviata una nuova comunicazione per il ritiro. E la procedura può essere lunga e noiosa. Il calendario delle Poste non va comunque mai inteso come un vincolo. Serve solo a ridurre i tempi di attesa. Nella speranza che, con la divisione in lettere, si possano evitare code e disagi.