La terza stagione del Commissario Ricciardi si apre con nuove promesse e altrettanti demoni da affrontare: l’atmosfera è più fragile che mai, perché il protagonista — il commissario Luigi Alfredo Ricciardi — sembra finalmente avvicinarsi alla felicità, ma il suo segreto tormentato non gli concede tregua. Nella prima puntata, andata in onda il 10 novembre, Ricciardi ha manifestato per la prima volta una distanza meno marcata nei confronti del sentimento, dichiarandosi innamorato della vicina di casa Enrica Colombo.
La vita privata del commissario sembra aprirsi a nuove possibilità e forse anche a una rinascita. Ma insieme a questa apertura, torna con forza la sua maledizione: la capacità di vedere e ascoltare le ultime parole delle vittime di morte violenta, che lo separa dagli altri e lo avvolge in un alone di solitudine. Ed è proprio questo conflitto. Amare una donna, desiderare normalità, ma essere condannato dall’oscuro dono che lo perseguita. Cosa che fa da sottotesto alla seconda puntata, intitolata “I vivi e i morti”, in programma per il 17 novembre.
Il Commissario Ricciardi 3, il terribile delitto
In quella puntata una nuova indagine scuote Napoli. Un farmacista viene trovato brutalmente assassinato, con un punteruolo conficcato nel cranio e gli occhi bendati. E non è un caso isolato. Anche altri delitti si susseguono seguendo lo stesso macabro schema. Ciò che rende la vicenda ancora più complessa è il collegamento tra le vittime, che il commissario dovrà svelare.
Parallelamente all’indagine, la dimensione privata di Ricciardi entra in crisi: l’amore per Enrica lo pone davanti a un bivio. Che fare? Rivelare il suo segreto, accettare la sua “maledizione” o continuare a vivere nell’ombra, temendo che la verità possa distruggere ciò che ha faticosamente costruito.
La cornice è quella di una Napoli anni ’30, sotto l’ombra del regime fascista, in cui vicende personali e omicidi si intrecciano con la tensione politica e sociale del tempo. Ricciardi va oltre al suo ruolo professionale di detective. Non va dimenticato che lui è anche un uomo segnato, con ferite antiche. Ed in questa stagione sembra voler provare a riprendere in mano la propria vita, ma non senza costi.
Introspezione profonda del personaggio
Questa nuova stagione si profila già essere come la più intensa ed emotiva in assoluto per il personaggio. Il quale, dopo aver evitato per due stagioni la possibilità della felicità, adesso avrà la possibilità di poterla toccare con mano. Ricciardi deve decidere se afferrarla o ritirarsi nella sua dolorosa solitudine.
Nel cuore dell’episodio del 17 novembre, dunque, si compone un doppio intreccio. Quello della misteriosa catena di omicidi, il modus operandi così particolare del killer costringe Ricciardi e il brigadiere Maione a scavare nei segreti delle vittime. E quello della tensione emotiva del protagonista, che deve misurarsi con la sua sincerità verso Enrica e con la paura che il suo dono lo renda inadatto ad una vita normale.
Il caso del farmacista, con la benda sugli occhi e la violenza inflitta, rappresenta simbolicamente la condizione di Ricciardi. Egli “vede” ciò che gli altri non possono, ascolta le ultime parole dei morti, eppure rimane bendato davanti a molte verità. Quelle sul suo destino, quelle sul suo cuore. Il contrasto diventa metafora della sua esistenza.