Mercoledì 26 novembre, alle ore 21:30, torna su Rai 1 una nuova puntata del Commissario Montalbano: in programma c’è l’episodio intitolato “Il metodo Catalanotti”, tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri. La vicenda prende le mosse da un omicidio dai contorni estremamente insoliti. Carmelo Catalanotti è stato assassinato con una pugnalata al petto, ma la scena del crimine presenta elementi perturbanti che mettono subito in allerta il nostro protagonista, il commissario Salvo Montalbano.
Quel che più desta interrogativi ed inquietanti sensazioni è che la salma è stranamente “composta” e priva di sangue apparente. Questi dettagli suggeriscono che dietro quel delitto si nasconda qualcosa di molto più complesso rispetto a un semplice regolamento di conti. Catalanotti infatti non è soltanto uno strozzino ma anche un uomo dall’identità bifronte. Lui è artista teatrale, fondatore della compagnia TrinacriArte di Vigàta, e in quel mondo crea un vero culto intorno a sé. Ed il Commissario Montalbano dovrà scoprire chi lo ha ucciso.
Il Commissario Montalbano, le anticipazioni del 26 novembre
Montalbano scoprirà che la passione di Catalanotti per il teatro, per la tragedia, per il “metodo” che egli stesso ha messo a punto, rappresenta la chiave per comprendere il suo omicidio. In altre parole, la morte sembra avere legami con l’arte, con il mondo della finzione e del metateatro, più che con la mera criminalità “ordinaria”.

Un ulteriore elemento di complessità viene introdotto dalla presenza del sovente distratto e inaffidabile collega Mimì Augello, che, nel tentativo di sottrarsi all’ira di un marito tradito dalla sua amante, si imbatte in un cadavere che poi non riesce più a ritrovare.
Il che rende l’indagine ancora più complicata per Montalbano, che deve districarsi in un doppio livello: quello della scena del crimine e quello della “metafora teatrale” che Catalanotti ha costruito intorno a sé. Secondo le note di regia citate nella guida tv, in “Il metodo Catalanotti” ritornano con forza molti temi cari a Camilleri.
È sempre un successo senza età
I più preponderanti sono l’amore, il sesso, l’infedeltà (le “corna”), ma anche il teatro, il doppio dell’io, il vero e il falso, il passare del tempo e la vecchiaia che insegue la giovinezza. Montalbano, in questa storia, sembra essere messo di fronte a qualcosa che lo scardina.
Montalbano non è più solo il “buon servitore dello Stato” che risolve casi, ma anche un uomo che vacilla, che mette in discussione la propria vita affettiva, anche la fedeltà a Livia e alla sua terra – elementi che fino ad oggi erano per lui punti fermi. La regia curata da Alberto Sironi mira a dare risalto a questo contrasto fra realtà e finzione, fra teatro e vita, introducendo una dimensione metaforica e inquietante che rende l’episodio più profondo e non solo un semplice giallo.
Con protagonista il sempre convincente Luca Zingaretti nei panni di Montalbano, affiancato da Cesare Bocci, Angelo Russo, Sonia Bergamasco, Peppino Mazzotta, Davide Lo Verde e Marcello Perracchio, la storica fiction di Rai Fiction continua anche a distanza di più di 25 anni a totalizzare ottimi ascolti.