Ernia iatale, un problema molto diffuso che interessa il 15% degli italiani e il 25% della popolazione over 50, ma che pochi conoscono e sanno riconoscere. I sintomi sono fastidiosi, ma anche facilmente confondibili con quelli di altre patologie gastriche, l’unica cura davvero risolutiva è l’intervento chirurgico, ma anche scegliere con attenzione cosa mangiare può essere una strategia vincente. Ecco di cosa si tratta, come si manifesta e come si cura.
Le caratteristiche
Per ernia iatale si intende lo spostamento di una piccola porzione di stomaco dall’addome al torace, che avviene attraverso un foro nel diaframma, lo iato diaframmatico esofageo. Può trattarsi una malattia ereditaria, oppure essere una delle possibile conseguenze di altri fattori, come l’obesità, un trauma o la difficoltà di evacuazione, con tendenza a spingere molto. In particolare si distinguono tre tipologie di ernia iatale: l’ernia da scivolamento, la più frequente e caratterizzata da reflusso gastroesofageo; quella da arrotolamento, meno frequente e più pericolosa; l’ernia mista.
I sintomi
Anche se la malattia può essere silente, spesso i sintomi che la caratterizzano sono: bruciori di stomaco; rigurgiti acidi; senso di amaro in bocca; salivazione intensa; raucedine; reflusso gastroesofageo.
La diagnosi e la cura
Alla diagnosi del problema si arriva grazie a un esame diagnostico, la radiografia del torace, che evidenza l’anomalia. Per ulteriore chiarezza si possono fare altri esami di approfondimento come la gastroscopia, per esempio. La cura va in diverse direzioni. Si tenta di placare i sintomi, cercando di lenire i fastidi gastrici con la somministrazione di farmaci antiacidi. E si risolve il problema, intervenendo chirurgicamente con un’operazione vera e propria. Inoltre, si punta molto sulla dieta per tenere sotto controllo i sintomi più dolorosi.
Cosa mangiare?
Prima del cosa, il quando e il come. Chi soffre di ernia iatale dovrebbe consumare numerosi pasti di piccola entità nell’arco della giornata. Da evitare le abbuffate così come i digiuni. Da limitare, invece, nella dieta, il consumo di alcol, caffè, cioccolato e alimenti acidi o piccanti. Una buona abitudine da prendere è quella di bere molti liquidi durante la giornata, utili per proteggere le mucose gastriche e scongiurare l’acidità. Meglio evitare gli alimenti troppo grassi, così come le cotture cariche di calorie, difficili da digerire, come le fritture, per esempio. Altrettanto sconsigliato sdraiarsi subito dopo mangiato, per evitare di aumentare la pressione addominale e favorire il reflusso gastrico.