Mancano pochi giorni all’Expo 2015, l’esposizione universale che metterà l’Italia e Milano al centro del mondo per i prossimi mesi. Tema di questa edizione è il cibo, come nutrimento per il corpo e la mente, come fonte di sostentamento per i popoli e fonte di vita. La lo sapevate che il cibo ha e ha avuto nei secoli un ruolo centrale anche nella cultura e nell’arte? Da Omero a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Thomas Mann, Proust, nella letteratura, da Magritte a De Chirico, passando per Manzoni e Fontana fino a Warhol nelle arti figurative. Questi sono solo alcuni dei maestri dell’arte che hanno dato un ruolo di primo piano alle tavole e agli ingredienti che popolano le cucine del passato e del presente. Ecco una breve carrellata di tutte le opere che lo hanno celebrato.
Odissea
Anche l’Odissea, considerato uno dei capolvori della letteratura classica, illustra ed esemplifica il variegato e complesso rapporto tra letteratura e cibo. Qualche esempio? Pensiamo all’orto dei Feaci dove fioriscono e fruttificano «peri e granati e meli con splendidi frutti, fichi dolcissimi e piante rigogliose d’ulivo»; oppure all’antro di Polifemo, dove «erano carichi di formaggi i graticci, eran stipati i recinti di agnelli e di capretti […] traboccavano tutti di siero i vasi ben lavorati, secchi e mastelli». Inoltre, per accedere all’Ade ed entrare così nell’oltretomba, Ulisse dovrà offrire una libagione di latte e miele a tutti i morti e poi sacrificare loro un montone e una pecora nera.
Proust e le madeleine
In una delle pagine più celebri e citate della letteratura, il sapore e il profumo di una madeleine riportano alla memoria di Marcel Proust la sua infanzia. Questa sensazione dà origine al ciclo di Alla ricerca del tempo perduto, un romanzo dove le pagine legate al cibo sono assai numerose e intense.
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Il cibo in Bruegel
Il cibo come metafora sociale, questa è la tematica che traspare in due straordinarie incisioni su rame di Alexander Wieb Bruegel, artista olandese del XVI sec. Si tratta delle notissime “La cucina magra” e “La cucina grassa”.
I Buddenbrook
Nel 1901 esce I Buddenbrook di Thomas Mann, un romanzo che celebra la decadenza di una famiglia appartenente alla ricca borghesia commerciale di Lubecca: nel susseguirsi di quattro generazioni assistiamo alla progressiva caduta delle certezze del Positivismo ottocentesco e alla nascita di un’interiorità complessa e inquieta. Anche in quest’opera il cibo riveste un’importanza simbolica fondamentale, infatti fin dalle prime pagine l’autore dispone il lettore alla conoscenza dei vari componenti della famiglia attraverso una cena gustosa.
Il Gattopardo
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ci conduce per mano in un Ottocento siciliano caratterizzato da gustosi banchetti nobiliari in cui non solo il sapore dei cibi ha la sua importanza, ma anche il loro aspetto e la loro presentazione. È proprio nel corso della sontuosa cena organizzata per la riapertura annuale del palazzo di Donnafugata che appare la figura di Angelica, di cui il principe si innamora. È così che gusto del cibo e gusto (immaginato) dei piaceri amorosi si intrecciano in un abbraccio di sapori.
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