Uova in gravidanza: ok pastorizzate o cotte

Fanno bene o male le uova pastorizzate in gravidanza? Fanno bene, perché il procedimento della pastorizzazione distrugge tutti i batteri e lascia le proprietà nutritive intatte.

Uova in gravidanza: ok pastorizzate o cotte

Parliamo di alimentazione in gravidanza, e in particolare di uova pastorizzate e non. Quando una donna si ritrova incinta, deve cercare di seguire un regime alimentare quanto più sano ed equilibrato possibile, come suggeriscono i ginecologi. Per il benessere di mamma e feto, ad esempio, è importante che la dieta quotidiana sia ricca di sostanze fondamentali come il ferro e i folati, molto presenti in alcune verdure, ma anche in carne e pesce, vitamine e proteine nobili. Nel caso delle uova, consentite, anzi consigliate nella dieta durante la gravidanza, è bene prestare attenzione al grado di cottura eliminando totalmente quelle crude per la salute del feto e della mamma.

Non è necessario che la futura madre “mangi per due”, come si diceva in passato, quanto che mangi bene e leggero, effettuando piccoli pasti ma frequenti, specialmente durante l’ultimo trimestre di gestazione. Normalmente il medico fornisce alla donna una lista degli alimenti “in” e “out”, ovvero quali cibi non possono mai mancare sulla tavola, e quali, al contrario, vanno eliminati perché magari possono provocare infezioni rischiose per la salute del feto, come la toxoplasmosi. Ma concentriamoci sulle uova, e vediamo se e come è bene consumarle.

 

Le uova sono un alimento prezioso, perché sono ricchissime di proteine e vitamine, ma una donna in dolce attesa non può assolutamente consumarle “nature”, ovvero crude, e neppure poco o semi cotte, perché il rischio che corre è legato alle possibili infezioni batteriche che si trasmettono proprio attraverso l’uovo di gallina. Nello specifico, parliamo della Salmonella e del compilobatterio, due agenti patogeni che possono trovarsi nelle uova crude. Entrambe queste malattie infettive non sono pericolose per il feto, al contrario di rosolia e toxoplasmosi, ad esempio, ma per la madre che durante la gravidanza vede abbassarsi le difese immunitarie, che altrimenti potrebbero arrecare danni al suo bambino. Per questo motivo, poiché i batteri vengono distrutti dal calore, è necessario che la cottura delle uova sia sufficiente per uccidere ogni possibile microrganismo, vediamo come.

 

Una futura mamma non deve far mancare le uova sulla sua tavola, almeno due volte alla settimana, ma deve stare molto attenta alle modalità di cottura. Ecco come vanno mangiate quelle fresche:

  • Bollite (per almeno 10 minuti dal bollore dell’acqua) e mangiate subito calde
  • Fritte ben cotte
  • In camicia ben cotte
  • In frittata, omelette o al forno ben cotte

Ed ecco, invece, come NON devono essere consumate:
Poco cotte o cotte (come l’uovo a la coque) a temperature troppo basse – il minimo per uccidere i germi è di 60°-, crude in salse e condimenti (incluse creme, maionese ed emulsioni fatte in casa) sia da sole che come farcitura in dolci e altre preparazioni. Attenzione in particolare ai dessert, come ad esempio il tiramisu, che contengono uova ma non prevedono cottura. Nel dubbio, evitateli.

Un ultimo suggerimento, a proposito delle uova fresche: non lavate mai il guscio sotto l’acqua corrente, perché quest’ultimo è poroso, e i germi presenti esternamente potrebbero finire all’interno. Per pulire le uova sarà sufficiente strofinarle con un panno o della carta da cucina asciutta.

 

Quando si parla di pastorizzazione o liofilizzazione di uova (intendendosi anche i soli albumi o i soli tuorli), in genere abbiamo a che fare con prodotti industriali. Infatti, le preparazioni di salse, come la maionese in tubetto o barattolo o ancora i gelati, in genere si basano proprio sull’utilizzo di uova pastorizzate, per le quali non ci sono controindicazioni. Il procedimento della pastorizzazione, infatti, permette di eliminare la carica batterica presente nell’alimento fresco attraverso l’innalzamento e il successivo abbattimento della temperatura, senza naturalmente alterarne le caratteristiche organolettiche. La pastorizzazione industriale può avvenire in tre modi, a seconda della temperatura massima che si raggiunge (da un minimo di 65° per mezzora fino ad un massimo di 82° per 5 secondi), e il risultato è assolutamente sicuro. In vendita si trovano anche già le confezioni di albumi e tuorli pastorizzati, ottimi se desiderate preparare dolci al cucchiaio in totale sicurezza.

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Parole di Paola Perria