Ebbene sì, nel corso delle prossime settimane gli studenti italiani saranno impegnati anche in campo universitario. Dopo il diploma, infatti, si procede con le immatricolazioni: in alcuni casi sarà necessario affrontare dei test, in altri basterà presentare la documentazione e sedersi subito in aula.
In questo frangente, però, la presentazione dei documenti diventa fondamentale, dato che il governo capitanato da Giorgia Meloni ha rivoluzionato completamente le carte in tavola anche per quanto riguarda gli studi universitari.
Si parla già, infatti, di università gratis: ecco perché è molto importante prestare attenzione al momento dell’iscrizione, così da risparmiare considerevolmente sugli studi e procedere con maggiore serenità.
Università gratis grazie a questo bonus: corri a richiederlo
Gli studenti italiani, in vista dell’anno accademico 2025/2026, possono richiedere una lunga serie di agevolazioni previste per l’immatricolazione. Iniziamo subito con il modello ISEE familiare, preparato però nella versione universitaria per lo studente, che permetterà di ottenere una riduzione delle tasse in base al reddito. Questo documento deve essere presentato insieme all’immatricolazione e apre anche la possibilità di accedere alle borse di studio.

Poi, ci sono altre agevolazioni che rendono l’università quasi gratis: il tutto facendo affidamento non solo al reddito, ma anche ad altre spese che, di fatto, è come se non esistessero.
Bonus universitario: l’università te la paga lo Stato
In particolar modo, come ricorda anche il portale online di Sky TG24, è possibile portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi numerose spese sostenute per frequentare l’università. L’Agenzia delle Entrate, infatti, nella guida aggiornata al 2025, conferma che le detrazioni valgono per i percorsi di studio universitari, statali e non statali, di perfezionamento e di specializzazione, sia in Italia che all’estero.
Le spese detraibili comprendono, oltre ai corsi indicati, anche master, corsi di dottorato e ricerca, nonché gli istituti tecnici superiori. Novità assoluta: rientrano anche i corsi istituiti ai sensi del D.P.R. n. 212/2005 presso conservatori di musica e istituti musicali pareggiati, oltre ai corsi statali di alta formazione e specializzazione artistica, musicale e coreutica.

Tra le altre spese ammesse, troviamo le tasse di immatricolazione, le spese per la ricognizione (ovvero il diritto di iscrizione per anno accademico), le soprattasse per esami di profitto e di laurea, la partecipazione ai test di accesso ai corsi di laurea, oltre a quelle per i tirocini formativi attivi per la preparazione dei docenti.
Infine, ma non meno importante, sono comprese anche le spese per la frequenza di corsi di formazione universitaria e accademica finalizzati al conseguimento dei CFU utili per accedere ai concorsi pubblici, compreso quello per l’insegnamento.