Indie sleaze: l’ultima tendenza che arriva direttamente dagli anni Duemila ti renderà super chic

Indie sleaze: la tendenza che arriva direttamente dagli anni Duemila e che è pronta a farti viaggiare indietro nel tempo. Ribelle, iconica e incredibilmente sfacciata. Scopri di più in merito.

Negli ultimi anni, la moda ha visto il ritorno di molte tendenze del passato, ma poche hanno avuto un impatto così polarizzante come il revival dell’Indie Sleaze. Dopo un decennio dominato dall’estetica pulita, minimalista e “instagrammabile”, questa nuova (vecchia) ondata di stile si presenta come un ritorno al caos, all’imperfezione e alla libertà tipica della cultura underground dei tardi anni 2000 e primi 2010.

Indie sleaze: la tendenza del momento che viene dai primi anni Duemila

Il termine Indie Sleaze si riferisce a un’estetica nata tra il 2006 e il 2012, che mescolava influenze indie rock, DIY (do it yourself), moda grunge e cultura party, il tutto documentato in modo grezzo attraverso i primi social come Tumblr, MySpace e Flickr.

Era l’era di American Apparel, delle foto con il flash sparato, del trucco sbavato dopo ore di ballo nei club, e di una moda che sembrava dire: “Non mi importa, ma in realtà sì.” Icone di questo stile erano personaggi come Alexa Chung, Sky Ferreira, i membri degli MGMT, e band come The Kills, Yeah Yeah Yeahs e Arctic Monkeys. Era l’epoca in cui la musica indie si mescolava alla moda in un cocktail estetico volutamente disordinato ma dannatamente cool.

Le caratteristiche chiave

Con il revival dell’Indie Sleaze tra il 2023 e il 2025, molti dei suoi capi distintivi sono tornati a popolare le passerelle, i social e lo street style, ma con una nuova consapevolezza e un approccio più ibrido.

Lo stile non è più solo nostalgia, ma reinterpretazione: i collant strappati, simbolo di ribellione casuale, si abbinano oggi a capi sartoriali per creare contrasti volutamente stridenti, mentre gli shorts in denim a vita alta ritornano come uniforme generazionale, più vissuti che sexy, spesso sovrapposti a calze in rete o fuseaux metallici. Le canottiere trasparenti e i reggiseni a vista non sono più (solo) provocazione, ma strumenti di espressione personale, in linea con la crescente fluidità di genere e l’affermazione dei corpi reali.

Anche i top luccicanti e gli abiti metallici, un tempo prerogativa dei party in stile Williamsburg o Camden Town, oggi riemergono sia di giorno che di sera, destrutturati o stratificati con capi basic. Sul fronte beauty, lo smokey eye ritorna in modo volutamente “sporco”, meno definito, quasi sbavato, come dopo una lunga notte fuori. I capelli spettinati non sono più una semplice distrazione, ma una dichiarazione di libertà contro lo styling perfetto e levigato imposto dai trend degli anni 2010.

Le labbra si tingono di rosso intenso oppure restano nude, quasi come se il trucco fosse rimasto da ieri – un effetto studiato che richiama l’estetica da after party.

Gli accessori giocano un ruolo chiave: occhiali da sole scuri indossati anche di notte, borse vintage usurate, borse a tracolla sformate, e un ritorno all’usato non solo per estetica, ma anche per etica. Il vissuto dell’oggetto diventa parte integrante del look, con l’intento di rompere con l’ideale consumistico e lucido del fast fashion.

Anche le calzature rispecchiano questo spirito: stivaletti graffiati, ballerine lise o Converse logore parlano di notti passate in piedi a ballare, tra club affollati e marciapiedi bagnati. Infine, uno degli elementi più iconici dell’estetica Indie Sleaze, la fotografia, ha ripreso vita sui social. Le immagini tornano sfocate, sovraesposte, scattate con flash diretto o con vecchie digitali compatte, ridando valore all’imperfezione e all’immediatezza. È una fotografia “raw”, cruda, che si oppone al fotoritocco e agli algoritmi dell’estetica omologata.

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