Sclerodermia, sintomi diagnosi e cure

Si celebra domani la giornata nazionale per la lotta alla sclerodermia, una malattia autoimune, rara, che colpisce esenzialmente le donne in età fertile. Non se ne conoscono le cause scatenanti e non esiste una cura, anche se, grazie ad una diagnosi precoce, è possibile trattare adeguatamente la sintomatologia. Scopriamo insieme di cosa si tratta di preciso.

Sclerodermia, sintomi diagnosi e cure

La sclerodermia o sclerosi sistemica, è una malattia del tessuto connettivo, cronica, classificata tra le malattie autoimmuni reumatiche. Come spesso accade in questo tipo di patologie, anche la sclerosi sistemica può definirsi caratteristica del genere femminile: colpisce le donne in un rapporto 7 a 1 rispetto agli uomini. In genere si manifesta tra i 30 ed i 50 anni, con un picco di incidenza verso i 40, ma può coinvolgere anche le persone anziane ed i bambini. La sclerodermia inoltre non è contagiosa, o infettiva, non provoca il cancro, né può essere definita maligna, anche se può svilupparsi in maniera molto grave (fino al pericolo per la vita) e risultare molto invalidante. Dipende dai casi. In alcuni pazienti la patologia regredisce spontaneamente.

In cosa consiste la sclerodermia?

Il termine scientifico sclerodermia deriva dal greco e significa letteralmente “pelle dura”: il nome mutua da quella che è la manifestazione clinica più evidente, l’inspessimento cutaneo. La malattia può assumere varie forme, caratteristiche ed intensità. Per questo l’altro termine con cui è definita, sclerosi sistemica progressiva, è caduto leggermente in disuso: la progressività non è una costante. Purtroppo questo inspessimento non coinvolge solo la pelle, ma può arrivare anche agli organi interni, come il cuore, i reni, i polmoni e l’apparato gastrointestinale.

I sintomi della sclerodermia

I sintomi iniziali di questa patologia sono comuni a molte altre soprattutto di origine reumatica ed autoimmune, come l’artrite reumatoide. Per questo una diagnosi può costare anni preziosi. Ma quali sono? Essenzialmente le mani e le dita si gonfiano (anche al mattino); si ha poi il cosiddetto fenomeno di Raynaud che vede le dita degli arti diventare pallide in seguito a freddo o stress emotivi. Questo dipende da spasmi e conseguente restringimento dei vasi sanguigni. La sclerodermia agisce infatti anche su questi.

Come si fa la diagnosi della sclerodermia

Prima di tutto rivolgendosi ad uno specialista che sarà in prima battuta (dato il sintomo cutaneo) il dermatologo ed in seconda il reumatologo. Questi, oltre alla valutazione clinica dei sintomi, per avere certezze dovranno rivolgersi ad indagini diagnostiche specifiche, come quelle del sangue alla ricerca di determinati anticorpi.

Il trattamento della sclerodermia

Non esiste una cura definitiva per questa malattia, ma di sicuro una serie di farmaci atti a controllare lo sviluppo del tessuto connettivo in eccesso e soprattutto a trattare i sintomi e l’infiammazione correlata che possono portare dolore. E’ chiaro che questi medicinali hanno un effetto notevole se assunti precocemente. Una rapida diagnosi, come sempre, diventa fondamentale. Domani si celebra la giornata nazionale della sclerodermia con iniziative informative e rivolte a sollecitare anche uno screening.

Foto: Padesic per Flickr