In un articolo precedente, ad esempio, abbiamo parlato del significato di lavare i piatti la sera o dopo pranzo, collegandolo al cosiddetto “effetto rimando”. In quel caso, il comportamento era associato alla procrastinazione, una tendenza che caratterizza gran parte delle nuove generazioni, costrette ogni giorno ad affrontare situazioni complesse legate al lavoro, alla famiglia e alla gestione della casa, o persino all’impossibilità di averne una propria.
Come “specchio” della procrastinazione, però, esiste un’altra condizione meno conosciuta: la cherofobia, ovvero la paura di essere felici. Una forma d’ansia che colpisce sempre più persone, spesso senza che ce ne rendiamo conto.
Ecco perché è importante imparare a riconoscerne i segnali e agire per tempo, così da concedere al nostro corpo e alla nostra mente una vera e propria ancora di salvezza.
Cherofobia: ne hai mai sentito parlare? Sai già quali sono i sintomi?
Su un tema così delicato sono intervenuti numerosi psicologi e psicoterapeuti, che hanno definito la cherofobia come un disturbo d’ansia di tipo compulsivo capace di rendere difficile la vita quotidiana. Si tratta, in sostanza, della paura di essere felici: una sensazione che nasce dal timore che alla felicità possano seguire conseguenze negative.
È come se, nel momento in cui raggiungiamo la serenità, nella nostra mente si accendesse un campanello d’allarme. L’emozione positiva viene accompagnata da ansie e paure: crediamo di non meritarla, di non esserne degni o di doverla pagare con qualcosa di spiacevole.

Le cause possono essere molteplici, ma una cosa è certa: la cherofobia è ormai considerata una delle “malattie del secolo”, poiché tantissime persone ne soffrono senza esserne consapevoli. Riconoscerla è relativamente semplice, ma va sempre affrontata con l’aiuto del proprio medico curante o di uno specialista che possa guidare in un percorso terapeutico personalizzato.
Ti riconosci in questi sintomi? Rivolgiti subito al tuo medico
Come accennato, la paura di essere felici può manifestarsi in diversi modi. Uno dei più comuni è l’autosabotaggio, quando ci si convince che quella felicità non è meritata e che, se ci si lascia andare a provarla, accadrà inevitabilmente qualcosa di negativo. Un altro segnale tipico è l’ansia anticipatoria, cioè quella sensazione di vulnerabilità che nasce quando percepiamo l’arrivo di un evento positivo, temendo però che possa trasformarsi in qualcosa di spiacevole.
Chi soffre di cherofobia, inoltre, tende ad evitare situazioni potenzialmente positive, come accettare nuove opportunità, lasciarsi coinvolgere in una relazione o concedersi la gioia di un successo personale. Spesso subentra anche un forte senso di colpa, la convinzione di non meritare quella felicità o la paura che possa essere troppo effimera.

Le cause, spiegano gli esperti, possono affondare le radici in esperienze traumatiche dell’infanzia: punizioni ingiuste, delusioni, perdite, oppure un’educazione troppo rigida che ha portato a reprimere l’espressione delle emozioni positive. Il primo passo per stare meglio è la consapevolezza: riconoscere che qualcosa non va e chiedere aiuto. Un percorso psicologico mirato può riportare equilibrio, serenità e libertà emotiva, aiutandoci a vivere la felicità senza paura, lontani dai sensi di colpa e, finalmente, anche dalla cherofobia.